Audio Consigliato: The Cure "Close to me"
Devo dire una cosa, prima di tutto. Finora Christopher Nolan, non mi ha ancora deluso. Certo non è un regista facile, i film con un inizio, uno svolgimento, una fine, proprio non gli piacciono. Ma va bene così, a noi ci piace e finchè il ragazzo si sente a suo agio, va bene, va molto bene. Detto questo, il film.
Il film è bello, molto. Ma questo è decisamente poco per darne un giudizio sensato.
Perchè è bello? Beh, una delle cose che me lo fanno dire è senza dubbio la storia. Fantastica ma resa in maniera realistica. Con un meccanismo che diventa coerente con il passare del tempo e che ti fa entrare nel film. Un'altra sono gli attori, primo fra tutti Leonardo Di Caprio (che sono convinto sia un attore con i controfiocchi quando gli viene fornito del materiale geniale, ma magari ci torno!), bravi, coinvolti e coinvolgenti.
Sono andato a vedere il film senza praticamente saperne niente e l'ultima volta che questo mi è successo è stato con il primo "Matrix" e senza nessuna aspettativa mi sono trovato in un mondo incredibile, fantastico e complicato.
La trama è assolutamente poco lineare (come già detto, a Nolan piacciono così!), e per giunta difficile da capire. Bisogna stare attenti (altrimenti potete andare a vedere qualche Vanzina e va bene lo stesso, amici come e meglio di prima!), ma tutta l'attenzione viene premiata da un sacco di soddisfazioni. E' un bel rompicapo, emozionante ed intrigante in cui la storia ha la meglio sugli effetti speciali (che ci sono, certo che ci sono, ma caspita contano solo per quello che riguarda la trama!).
Da vedere, assolutamente.
La trama? La trama non la racconto nemmeno sotto tortura, andate e giudicate con i vostri occhi. Poi magari ne riparliamo!
Alla prossima
Rampa
In tutta onestà, non so se il bicchiere sia mezzo pieno oppure mezzo vuoto, ma so che non c'è sempre il sole e forse è il caso di portare in giro l'ombrello......
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sabato 2 ottobre 2010
martedì 29 dicembre 2009
Cinema: Sherlock Holmes
Audio Consigliato: Smashing Pumpkins "The everlasting gaze"
Ieri sera ho visto il mio unico film di Natale. Diretto da Guy "Si, è vero, sono l'ex marito di Madonna" Ritchie e con attoroni del tipo di Robert Downey Jr. e Jude Law.
Il film è bello, ve lo diranno recensori più accreditati di me (anche se, per esempio, alcuni non ne sono molto contenti, vedi FreddyNietzsche), alcuni diranno che questo non è lo Sherlock Holmes che tutti conosciamo (il che è vero anche se quello che tutti conosciamo è quello interpretato da Basil Rathbone, che non è nemmeno quello di Sir Arthur Conan Doyle, cui Ritchie e Downey Jr. sono andati ad ispirarsi), alcuni ancora diranno che "è il solito film di Natale!".
Ebbene si, è il solito film di Natale. Sul serio. Certo. Ma allora la domanda è: perchè in America il solito film di Natale, ha attori di primo piano, registi di primo piano, spacca al box office, ha dietro investimenti seri, di quelli che fanno rientrare di soldi i finanziatori, ed invece in Italia abbiamo l'ennesimo episodio della serie "Natale da qualche parte"?
Che poi, il "Natale da qualche parte" in questione, riceve finanziamenti a fondo perduto dallo Stato, spacca pure lui al box office (e qui ci sarebbe tutta una domanda su chi diavolo siano questi milioni di persone che vanno a vedere il solito De Sica che dice "Cacca!" e tutti ridono!), e di soldi lo Stato indietro dubito che li riveda.
Fatemi capire, il pubblico italiano non è in grado di reggere dei polizieschi "seri", dei film con trama? Eppure, qui delle "action movie" le sappiamo fare (almeno a giudicare da tutte le fiction che ci sono in giro, per esempio "Distretto di Polizia", oppure "Ris", oppure ancora "La Squadra" per dire le prime che mi vengono in mente).
E invece?
"Cacca!" e tutti giù a ridere!
Volendo abbiamo anche del materiale da cui tratte dei film di un certo spessore (Scerbanenco, Camilleri, Lucarelli solo per stare sul poliziesco).
E invece?
"Cacca!" e tutti giù a ridere!
Mah!
Comunque "Sherlock Holmes" merita, il cattivo non è Moriarty, gli attori sono piuttosto azzeccati e sono sostanzialmente l'anima che tiene in piedi il film. Non c'è nessuno che dice "Cacca!" eppure spesso si ride.
Alla prossima
Rampa
Ieri sera ho visto il mio unico film di Natale. Diretto da Guy "Si, è vero, sono l'ex marito di Madonna" Ritchie e con attoroni del tipo di Robert Downey Jr. e Jude Law.
Il film è bello, ve lo diranno recensori più accreditati di me (anche se, per esempio, alcuni non ne sono molto contenti, vedi FreddyNietzsche), alcuni diranno che questo non è lo Sherlock Holmes che tutti conosciamo (il che è vero anche se quello che tutti conosciamo è quello interpretato da Basil Rathbone, che non è nemmeno quello di Sir Arthur Conan Doyle, cui Ritchie e Downey Jr. sono andati ad ispirarsi), alcuni ancora diranno che "è il solito film di Natale!".
Ebbene si, è il solito film di Natale. Sul serio. Certo. Ma allora la domanda è: perchè in America il solito film di Natale, ha attori di primo piano, registi di primo piano, spacca al box office, ha dietro investimenti seri, di quelli che fanno rientrare di soldi i finanziatori, ed invece in Italia abbiamo l'ennesimo episodio della serie "Natale da qualche parte"?
Che poi, il "Natale da qualche parte" in questione, riceve finanziamenti a fondo perduto dallo Stato, spacca pure lui al box office (e qui ci sarebbe tutta una domanda su chi diavolo siano questi milioni di persone che vanno a vedere il solito De Sica che dice "Cacca!" e tutti ridono!), e di soldi lo Stato indietro dubito che li riveda.
Fatemi capire, il pubblico italiano non è in grado di reggere dei polizieschi "seri", dei film con trama? Eppure, qui delle "action movie" le sappiamo fare (almeno a giudicare da tutte le fiction che ci sono in giro, per esempio "Distretto di Polizia", oppure "Ris", oppure ancora "La Squadra" per dire le prime che mi vengono in mente).
E invece?
"Cacca!" e tutti giù a ridere!
Volendo abbiamo anche del materiale da cui tratte dei film di un certo spessore (Scerbanenco, Camilleri, Lucarelli solo per stare sul poliziesco).
E invece?
"Cacca!" e tutti giù a ridere!
Mah!
Comunque "Sherlock Holmes" merita, il cattivo non è Moriarty, gli attori sono piuttosto azzeccati e sono sostanzialmente l'anima che tiene in piedi il film. Non c'è nessuno che dice "Cacca!" eppure spesso si ride.
Alla prossima
Rampa
mercoledì 12 agosto 2009
Film. The Prestige (2006)
Audio Consigliato: Queen "It's a kind of magic"
Notti d'estate, film vecchi da guardare. Sembra un vecchio adagio ma per me è così. Ogni anno passo nel videoregistratore vetuste alternative al vuoto pneumatico della tv estiva.
Questa volta è toccato a questo filmone (regista Christopher Nolan, attori Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, Scarlett Johansson), molto bello, a mio parere. Diciamo che racconto la trama per sommi capi (senza il finale) anche perchè altrimenti ve lo rovinerei.
E' uno di quei film del tipo "unisci-i-punti" nel senso che le cose che avevi subodorato per tutto il film trovano la loro conferma o smentita negli ultimi dieci minuti di film.
L'ambientazione (Inghilterra a cavallo fra l'8 e il 900) è bella, molto bella, lussuosa e piena di fascino.
C'è la chicca di David Bowie nella parte di Nikolaj Tesla, e c'è tutto un gioco sul ruolo dell'attore, quando inizia l'uomo e quando finisce il personaggio che merita il film nella sua interezza.
Se capita guardatelo e non ve ne pentirete.
Alla prossima
Rampa
Notti d'estate, film vecchi da guardare. Sembra un vecchio adagio ma per me è così. Ogni anno passo nel videoregistratore vetuste alternative al vuoto pneumatico della tv estiva.
Questa volta è toccato a questo filmone (regista Christopher Nolan, attori Hugh Jackman, Christian Bale, Michael Caine, Scarlett Johansson), molto bello, a mio parere. Diciamo che racconto la trama per sommi capi (senza il finale) anche perchè altrimenti ve lo rovinerei.
E' uno di quei film del tipo "unisci-i-punti" nel senso che le cose che avevi subodorato per tutto il film trovano la loro conferma o smentita negli ultimi dieci minuti di film.
L'ambientazione (Inghilterra a cavallo fra l'8 e il 900) è bella, molto bella, lussuosa e piena di fascino.
C'è la chicca di David Bowie nella parte di Nikolaj Tesla, e c'è tutto un gioco sul ruolo dell'attore, quando inizia l'uomo e quando finisce il personaggio che merita il film nella sua interezza.
Se capita guardatelo e non ve ne pentirete.
Alla prossima
Rampa
lunedì 23 marzo 2009
Film. The International
Audio Consigliato: Depeche Mode "Wrong"
Innanzitutto un "scusa" a due amici che ho portato a vedere il film, fra l'altro confondendolo con un altro (che Diamine, due film con Clive Owen a distanza di dieci giorni uno dall'altro, uno può anche sbagliarsi, credo!).
Poi il film racconta una storia piuttosto verosimile su come le guerre fanno girare soldi, e molti, e su come molti (alcuni? tutti?) istituti bancari legittimi agiscano o possano agire senza pensare alla morale ma solo al profitto.
L'idea è che ci sia una Banca con sede a Lussemburgo, che fa da broker per l'acquisto di impianti missilistici, e che abbia un giro di appoggi fra governi e polizie europee e fra organizzazioni terroristiche e fabbriche di armamenti che le permettono di portare avanti i suoi affari.
In questo una specie di guerra contro i mulini a vento condotta da un agente dell'Interpol (un Clive Owen piuttosto spiegazzato) e da una assistente del Procuratore Distrettuale (una Naomi Watts con solo due espressioni, con rughetta o senza).
L'azione si svolge in giro per il mondo, fra Berlino, Milano, New York e Instanbul con scene anche abbastanza concitate e divertenti (per quanto si possa definire divertente un'action movie).
La storia è ben girata, pure troppo, nel senso che la verosimiglianza ogni tanto assume è talmente in sintonia con quello che ogni tanto spunta dalle notizie da sembrare veramente troppo realistica.
Quello che mi ha comunicato il film è un certo senso di inevitabilità, del fatto che i soldi comandano pure il mondo a prescindere da ideali di giustizia, legge e buone intenzioni. Il che non è bene, per niente.
Non so se tornerei a vederlo, ci sono un po' di cali nel finale (quando il buono diventa "cattivo"), ma nel complesso come thriller sembra funzionare bene anche se non sempre grazie agli attori (la Watts non è assolutamente all'altezza).
Alla prossima
Rampa
Innanzitutto un "scusa" a due amici che ho portato a vedere il film, fra l'altro confondendolo con un altro (che Diamine, due film con Clive Owen a distanza di dieci giorni uno dall'altro, uno può anche sbagliarsi, credo!).
Poi il film racconta una storia piuttosto verosimile su come le guerre fanno girare soldi, e molti, e su come molti (alcuni? tutti?) istituti bancari legittimi agiscano o possano agire senza pensare alla morale ma solo al profitto.
L'idea è che ci sia una Banca con sede a Lussemburgo, che fa da broker per l'acquisto di impianti missilistici, e che abbia un giro di appoggi fra governi e polizie europee e fra organizzazioni terroristiche e fabbriche di armamenti che le permettono di portare avanti i suoi affari.
In questo una specie di guerra contro i mulini a vento condotta da un agente dell'Interpol (un Clive Owen piuttosto spiegazzato) e da una assistente del Procuratore Distrettuale (una Naomi Watts con solo due espressioni, con rughetta o senza).
L'azione si svolge in giro per il mondo, fra Berlino, Milano, New York e Instanbul con scene anche abbastanza concitate e divertenti (per quanto si possa definire divertente un'action movie).
La storia è ben girata, pure troppo, nel senso che la verosimiglianza ogni tanto assume è talmente in sintonia con quello che ogni tanto spunta dalle notizie da sembrare veramente troppo realistica.
Quello che mi ha comunicato il film è un certo senso di inevitabilità, del fatto che i soldi comandano pure il mondo a prescindere da ideali di giustizia, legge e buone intenzioni. Il che non è bene, per niente.
Non so se tornerei a vederlo, ci sono un po' di cali nel finale (quando il buono diventa "cattivo"), ma nel complesso come thriller sembra funzionare bene anche se non sempre grazie agli attori (la Watts non è assolutamente all'altezza).
Alla prossima
Rampa
martedì 17 marzo 2009
Film. The Watchmen
Audio Consigliato: Pearl Jam "Jeremy"
Gli ultimi tre anni sono stati molto buoni con gli appassionati di fumetti, ci sono state molte trasposizioni dalla carta stampata al grande schermo e per la maggior parte sono state pure soddisfacenti.
Il materiale da cui si parte in questo caso è un materiale veramente instabile, per vari motivi.
Il primo è che la storia di Alan Moore ha costruito, un panorama di un mondo alternativo, complesso, denso di dettagli, denso di "polpa". Il secondo è che se questo fumetto è stato il primo lavoro "non letterario" (nel senso di "non un libro") premiato con il Premio Hugo della Fantascienza nel 1988, un motivo c'è perchè Watchmen, che ne dicano gli slogan del film, non è solo una storia di Super Eroi.
E'una storia delle voglie umane.
E una storia del potere e della responsabilità.
Potrei raccontarvi tutto, ma sul serio, se non avete letto il libro, ve lo rovinerei, quindi mi astengo, però bisogna dare atto a Zack Snider di aver costruito un'opera estremamente fedele all'originale. I tagli che ci sono (la storia dei Pirati, per esempio) ci stanno e sono discretamente indolore, e sono più che ampiamente compensati dalla meticolosità della ricostruzione (mi hanno fatto letteralmente impazzire i filmati d'epoca, le personalità che appaiono mentre ci racconta il mondo alternativo in cui veniamo calati), dalla creazione di un mondo credibile (con Warhol, Lee Iacocca, etc...).
Come siamo ormai abituati, gli effetti speciali sono di prim'ordine (con delle punte di eccezionale splatter specie nelle scene di violenza), il personaggio di Doc Manhattan, tutto in blu, è veramente ben fatto.
Ma la storia è veramente quella che fa la parte da padrone, un classico "caper" (in gergo, caper è una storia in cui il mistero iniziale viene svelato in parte nello svolgimento ed in parte nel finale), ambientato in un mondo in cui tutti paradigmi della tradizione supereroistica vengono scossi e ribaltati.
Assolutamente da vedere, forse addirittura più volte.
Alla prossima
Rampa
Gli ultimi tre anni sono stati molto buoni con gli appassionati di fumetti, ci sono state molte trasposizioni dalla carta stampata al grande schermo e per la maggior parte sono state pure soddisfacenti.
Il materiale da cui si parte in questo caso è un materiale veramente instabile, per vari motivi.
Il primo è che la storia di Alan Moore ha costruito, un panorama di un mondo alternativo, complesso, denso di dettagli, denso di "polpa". Il secondo è che se questo fumetto è stato il primo lavoro "non letterario" (nel senso di "non un libro") premiato con il Premio Hugo della Fantascienza nel 1988, un motivo c'è perchè Watchmen, che ne dicano gli slogan del film, non è solo una storia di Super Eroi.
E'una storia delle voglie umane.
E una storia del potere e della responsabilità.
Potrei raccontarvi tutto, ma sul serio, se non avete letto il libro, ve lo rovinerei, quindi mi astengo, però bisogna dare atto a Zack Snider di aver costruito un'opera estremamente fedele all'originale. I tagli che ci sono (la storia dei Pirati, per esempio) ci stanno e sono discretamente indolore, e sono più che ampiamente compensati dalla meticolosità della ricostruzione (mi hanno fatto letteralmente impazzire i filmati d'epoca, le personalità che appaiono mentre ci racconta il mondo alternativo in cui veniamo calati), dalla creazione di un mondo credibile (con Warhol, Lee Iacocca, etc...).
Come siamo ormai abituati, gli effetti speciali sono di prim'ordine (con delle punte di eccezionale splatter specie nelle scene di violenza), il personaggio di Doc Manhattan, tutto in blu, è veramente ben fatto.
Ma la storia è veramente quella che fa la parte da padrone, un classico "caper" (in gergo, caper è una storia in cui il mistero iniziale viene svelato in parte nello svolgimento ed in parte nel finale), ambientato in un mondo in cui tutti paradigmi della tradizione supereroistica vengono scossi e ribaltati.
Assolutamente da vedere, forse addirittura più volte.
Alla prossima
Rampa
giovedì 12 febbraio 2009
Film. Operazione Valchiria
Audio Consigliato: Pink Floyd "Mother"
Ed alla fine sono andato a vederlo il film di cui tutti parlano (beh, in realtà non è vero, però si dice e volevo darmi un tono). Iniziamo dal regista, Bryan Singer, il genio che sta dietro a cose come "I soliti Sospetti" (assolutamente un grande film), mette in scena una buona ricostruzione del periodo.
Poi mi secca dirlo ma Tom Cruise, in questo caso, crea un militare nazista credibile ed in parte convincente.
Però diciamo che da un film del genere con un cast di alto livello (Kenneth Branagh, Terence Stamp) la buona recitazione e l'ottima messa in scena è un po' un atto dovuto, la cosa che mi ha colpito di più era la costruzione della storia.
La cosa buona è che sono stati meno "americani" del solito, il crescendo finale è stato costruito senza colpi di scena antistorici e sensazionali.
Al termine del film mi sono sorpreso a pensare alle varie Resistenze.
La resistenza italiana nell'Italia Fascista, oppure a quella di alto livello (dalla storia raccontata nel film sembra che la maggior parte della Wermacht fosse contraria ad Hitler) della Germania Nazista avevano un alto contenuto di indignazione.
Cioè un tot di gente che dice "così non va!" e imbraccia il fucile, ordisce trame per cambiare la situazione.
Oggi la cosa è molto cambiata. La protesta viene portata nelle piazze in maniera civile, e questo è un bene, ma non pare che si raggiunga un punto di rottura in grado di generare dei movimenti di resistenza.
Quando una cosa ci indigna diciamo "allora me ne vado" piuttosto di rimanere al nostro posto a resistere per quello che crediamo.
Per tornare a bomba (!), un bel film per quelli che gli piacciono le ricostruzioni storiche, onesto il giusto senza modificare la storia di troppo con interpretazioni misurate ma non geniali.
Alla prossima
Rampa
Ed alla fine sono andato a vederlo il film di cui tutti parlano (beh, in realtà non è vero, però si dice e volevo darmi un tono). Iniziamo dal regista, Bryan Singer, il genio che sta dietro a cose come "I soliti Sospetti" (assolutamente un grande film), mette in scena una buona ricostruzione del periodo.
Poi mi secca dirlo ma Tom Cruise, in questo caso, crea un militare nazista credibile ed in parte convincente.
Però diciamo che da un film del genere con un cast di alto livello (Kenneth Branagh, Terence Stamp) la buona recitazione e l'ottima messa in scena è un po' un atto dovuto, la cosa che mi ha colpito di più era la costruzione della storia.
La cosa buona è che sono stati meno "americani" del solito, il crescendo finale è stato costruito senza colpi di scena antistorici e sensazionali.
Al termine del film mi sono sorpreso a pensare alle varie Resistenze.
La resistenza italiana nell'Italia Fascista, oppure a quella di alto livello (dalla storia raccontata nel film sembra che la maggior parte della Wermacht fosse contraria ad Hitler) della Germania Nazista avevano un alto contenuto di indignazione.
Cioè un tot di gente che dice "così non va!" e imbraccia il fucile, ordisce trame per cambiare la situazione.
Oggi la cosa è molto cambiata. La protesta viene portata nelle piazze in maniera civile, e questo è un bene, ma non pare che si raggiunga un punto di rottura in grado di generare dei movimenti di resistenza.
Quando una cosa ci indigna diciamo "allora me ne vado" piuttosto di rimanere al nostro posto a resistere per quello che crediamo.
Per tornare a bomba (!), un bel film per quelli che gli piacciono le ricostruzioni storiche, onesto il giusto senza modificare la storia di troppo con interpretazioni misurate ma non geniali.
Alla prossima
Rampa
venerdì 30 gennaio 2009
Televisione. Rambo (First Blood)
Audio Consigliato: Tina Turner "We don't need another hero"
Serata di fronte alla televisione, salto i vari reality, salto le varie fiction e finisco a guardare Rambo, il primo.
Non riesco a far finta di niente, provo a scanalare ma poi mi fermo lì. Alla fine l'ho pure guardato tutto.
Che dire? Ero troppo piccolo per averlo visto al cinema, e mi ricordo di averlo visto la prima volta che lo avevano passato in televisione. Ero piccolo e mi ricordo che la cifra del film era la violenza, mi ricordo che in quel periodo erano andati di moda i coltelli multiuso, i corsi di sopravvivenza....
Invece, a quasi trent'anni di distanza il film rappresenta il dramma di una generazione, quella del Vietnam, che non aveva spazio nella società americana degli anni 80, esattamente come adesso, in America, la generazione che torna da Afganistan ed Iraq ha problemi a tornare alla vita civile.
E' interessante come adesso, magari guardandolo con il distacco dell'età, si colgano altri aspetti. Mentre una volta magari potevo pure aspettare i sequel del film, adesso mi chiedo perchè siano stati fatti e credo che alla fine abbiano snaturato il personaggio per come era stato costruito.
Leggo su Internet che il libro di David Morrell da cui è stato tratto aveva un finale diverso, il veterano alla fine si suicidava e ripensandoci forse nel dramma della trama era meglio così, forse ci saremmo risparmiati tutto un genere di film di cassetta rumorosi e colorati che hanno riempito tutti i nostri anni 80 e 90.
Alla prossima
Rampa
Serata di fronte alla televisione, salto i vari reality, salto le varie fiction e finisco a guardare Rambo, il primo.
Non riesco a far finta di niente, provo a scanalare ma poi mi fermo lì. Alla fine l'ho pure guardato tutto.
Che dire? Ero troppo piccolo per averlo visto al cinema, e mi ricordo di averlo visto la prima volta che lo avevano passato in televisione. Ero piccolo e mi ricordo che la cifra del film era la violenza, mi ricordo che in quel periodo erano andati di moda i coltelli multiuso, i corsi di sopravvivenza....
Invece, a quasi trent'anni di distanza il film rappresenta il dramma di una generazione, quella del Vietnam, che non aveva spazio nella società americana degli anni 80, esattamente come adesso, in America, la generazione che torna da Afganistan ed Iraq ha problemi a tornare alla vita civile.
E' interessante come adesso, magari guardandolo con il distacco dell'età, si colgano altri aspetti. Mentre una volta magari potevo pure aspettare i sequel del film, adesso mi chiedo perchè siano stati fatti e credo che alla fine abbiano snaturato il personaggio per come era stato costruito.
Leggo su Internet che il libro di David Morrell da cui è stato tratto aveva un finale diverso, il veterano alla fine si suicidava e ripensandoci forse nel dramma della trama era meglio così, forse ci saremmo risparmiati tutto un genere di film di cassetta rumorosi e colorati che hanno riempito tutti i nostri anni 80 e 90.
Alla prossima
Rampa
mercoledì 19 novembre 2008
Film. American Beauty (1999)
Audio Consigliato: Lenny Kravitz "American Woman"
Quando torni a casa troppo tardi per la cena e troppo presto per andare a dormire c'è un pericolo in agguato: il film di seconda serata.
Spesso i film di seconda serata sono meglio di quelli in prima serata, sono filmoni che hanno vinto un pacco di Oscar, ogni tanto fanno monografie di questo o di quell'altro mostro sacro.
Insomma ieri sera c'era questo meraviglioso film di Sam Mendes, scritto da Alan Ball ed interpretato da uno strepitoso Kevin Spacey e da un splendida Annette Bening.
La storia nemmeno ve la racconto, si tratta della crisi di mezz'età di un padre di famiglia che vive in un sobborgo che definire allucinante è poco. La sua crisi si intreccia con la relazione di sua figlia con il vicino di casa, la riscoperta della libido di sua moglie ed il rifiuto di essere condannato al ruolo di colui che tira la carretta.
Da un certo punto di vista, la metafora della vita di oggi che tende ad impedire i colpi di testa, le mattane. Perchè non lasci il lavoro? Perchè non dai una svolta alla tua vita quando ti senti soffocare? Perchè c'è il mutuo, ci sono i figli, ci sono gli obblighi sociali, c'è quello che dirà la gente.
Il conformismo sembra una male strisciante e nel momento in cui Lester decide che è ora di piantarla da lì in poi le conseguenze sono un fiume in piena, fino al finale.
Poi, diciamocelo, guarderei Kevin Spacey che interpreta la lista della spesa, da quanto mi piace come attore, mi piaceva il suo killer in "Seven", mi piace il suo Jack Vincennes in "LA Confidential", mi piace da impazzire il suo Storpio ne "I Soliti Sospetti" (sapete benissimo di chi sto parlando!)
Alla prossima
Rampa
Quando torni a casa troppo tardi per la cena e troppo presto per andare a dormire c'è un pericolo in agguato: il film di seconda serata.
Spesso i film di seconda serata sono meglio di quelli in prima serata, sono filmoni che hanno vinto un pacco di Oscar, ogni tanto fanno monografie di questo o di quell'altro mostro sacro.
Insomma ieri sera c'era questo meraviglioso film di Sam Mendes, scritto da Alan Ball ed interpretato da uno strepitoso Kevin Spacey e da un splendida Annette Bening.
La storia nemmeno ve la racconto, si tratta della crisi di mezz'età di un padre di famiglia che vive in un sobborgo che definire allucinante è poco. La sua crisi si intreccia con la relazione di sua figlia con il vicino di casa, la riscoperta della libido di sua moglie ed il rifiuto di essere condannato al ruolo di colui che tira la carretta.
Da un certo punto di vista, la metafora della vita di oggi che tende ad impedire i colpi di testa, le mattane. Perchè non lasci il lavoro? Perchè non dai una svolta alla tua vita quando ti senti soffocare? Perchè c'è il mutuo, ci sono i figli, ci sono gli obblighi sociali, c'è quello che dirà la gente.
Il conformismo sembra una male strisciante e nel momento in cui Lester decide che è ora di piantarla da lì in poi le conseguenze sono un fiume in piena, fino al finale.
Poi, diciamocelo, guarderei Kevin Spacey che interpreta la lista della spesa, da quanto mi piace come attore, mi piaceva il suo killer in "Seven", mi piace il suo Jack Vincennes in "LA Confidential", mi piace da impazzire il suo Storpio ne "I Soliti Sospetti" (sapete benissimo di chi sto parlando!)
Alla prossima
Rampa
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martedì 14 ottobre 2008
Cinema: Il Pranzo di Ferragosto
Audio Consigliato: Lucio Dalla "Disperato Erotico Stomp"
Visto in una saletta cinematografica grande poco più del mio salotto, questo film è assolutamente un gioiello.
La storia in breve è il rapporto fra una madre ed un figlio, lei nobile decaduta che vive ritirata in una appartamento del centro di Roma accudita dal figlio "signorino", single per vocazione o per scelta.
Sono in ristrettezze economiche così quando vengono "ricattati" prima dall'amministratore, e poi dal medico, si adattano ad ospitare per ferragosto la mamma e la zia dell'uno e la mamma dell'altro.
Il tono della commedia è bellissimo, degli anziani finalmente interpretati non come macchiette ma con un gusto ed una misura assolutamente eccellenti, con tutte le loro manie, con tutte le loro fisime (in due delle protagoniste ci ho riconosciuto mia nonna e mia zia e mi hanno fatto una tenerezza dell'anima che non vi dico!).
Poi c'è Giovanni, il figlio (che è anche i il regista del film) che mette in scena il personaggio del figlio che ha donato la vita alla madre, che la scherma e la protegge da un mondo esterno che farebbe forse fatica a capire, aggrappata com'è al passato, a quando c'era suo marito etc...
Il finale come al solito non lo racconto (se volete ve lo guardate!), ma è molto carino e misurato.
Nella sua leggerezza il film indica uno dei problemi del giorno d'oggi dove l'anziano viene visto come un peso e lasciato un po' in balia dei suoi ricordi, per lui si cerca un posto dove lasciarlo mentre si va in vacanza, per lui si trova una badante.
Da vedere, una serata passata in un soffio in leggerezza.
Buona visione
Rampa
Visto in una saletta cinematografica grande poco più del mio salotto, questo film è assolutamente un gioiello.
La storia in breve è il rapporto fra una madre ed un figlio, lei nobile decaduta che vive ritirata in una appartamento del centro di Roma accudita dal figlio "signorino", single per vocazione o per scelta.
Sono in ristrettezze economiche così quando vengono "ricattati" prima dall'amministratore, e poi dal medico, si adattano ad ospitare per ferragosto la mamma e la zia dell'uno e la mamma dell'altro.
Il tono della commedia è bellissimo, degli anziani finalmente interpretati non come macchiette ma con un gusto ed una misura assolutamente eccellenti, con tutte le loro manie, con tutte le loro fisime (in due delle protagoniste ci ho riconosciuto mia nonna e mia zia e mi hanno fatto una tenerezza dell'anima che non vi dico!).
Poi c'è Giovanni, il figlio (che è anche i il regista del film) che mette in scena il personaggio del figlio che ha donato la vita alla madre, che la scherma e la protegge da un mondo esterno che farebbe forse fatica a capire, aggrappata com'è al passato, a quando c'era suo marito etc...
Il finale come al solito non lo racconto (se volete ve lo guardate!), ma è molto carino e misurato.
Nella sua leggerezza il film indica uno dei problemi del giorno d'oggi dove l'anziano viene visto come un peso e lasciato un po' in balia dei suoi ricordi, per lui si cerca un posto dove lasciarlo mentre si va in vacanza, per lui si trova una badante.
Da vedere, una serata passata in un soffio in leggerezza.
Buona visione
Rampa
mercoledì 24 settembre 2008
And the winner is......
Audio Consigliato: Daniele Silvestri "Salirò"
E' notizia di oggi che Gomorra di Matteo Garrone è il film prescelto per rappresentare l'Italia alla cerimonia degli Oscar a Febbraio.
Da un certo punto di vista lo merita, dopo tutto il successo che ha avuto a Cannes, dopo tutte le recensioni ammirate e sconcertate del panorama descritto.
La parte triste è che il materiale del film è tratto da uno dei libri più dolorosi che mi è riuscito di leggere ultimamente. Il Gomorra di Saviano racconta un panorama di una società senza futuro, stretta tra interessi e contrabbandi.
Il fatto che mandiamo in America un film di questo genere non è altro che l'ennesima pubblicità del luogo comune "Italiani-Mafia-Pizza-Mandolino" che tanto piace agli stranieri in voglia di generalizzare.
Certo è soddisfazione, Matteo Garrone, è un regista molto bravo, molto preparato, Toni Servillo è un interprete di prim'ordine. La loro nomination si muove nei passi di Gabriele Salvatores, Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore ed ancora Fellini e Rossellini. L'impressione è che la pubbilcità di cui l'Italia ha bisogno non sia questa. Sembra quasi che diamo ragione alla troupe della BBC che correva in giro per il nostro paese in cerca di scandali. Poi, tutta la fortuna del mondo ai nostri artisti e vinca il migliore.
Alla prossima
Rampa
E' notizia di oggi che Gomorra di Matteo Garrone è il film prescelto per rappresentare l'Italia alla cerimonia degli Oscar a Febbraio.
Da un certo punto di vista lo merita, dopo tutto il successo che ha avuto a Cannes, dopo tutte le recensioni ammirate e sconcertate del panorama descritto.
La parte triste è che il materiale del film è tratto da uno dei libri più dolorosi che mi è riuscito di leggere ultimamente. Il Gomorra di Saviano racconta un panorama di una società senza futuro, stretta tra interessi e contrabbandi.
Il fatto che mandiamo in America un film di questo genere non è altro che l'ennesima pubblicità del luogo comune "Italiani-Mafia-Pizza-Mandolino" che tanto piace agli stranieri in voglia di generalizzare.
Certo è soddisfazione, Matteo Garrone, è un regista molto bravo, molto preparato, Toni Servillo è un interprete di prim'ordine. La loro nomination si muove nei passi di Gabriele Salvatores, Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore ed ancora Fellini e Rossellini. L'impressione è che la pubbilcità di cui l'Italia ha bisogno non sia questa. Sembra quasi che diamo ragione alla troupe della BBC che correva in giro per il nostro paese in cerca di scandali. Poi, tutta la fortuna del mondo ai nostri artisti e vinca il migliore.
Alla prossima
Rampa
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venerdì 8 agosto 2008
Cinema: Il Cavaliere Oscuro
Audio Consigliato: U2 "Hold me, thrill me kiss me kill me"
Altro film estivo, altro film di super eroi ma questa volta siamo ad un livello superiore di tutto il resto e lo dico con due parole, anzi con due nomi: Christoper Nolan e Christian Bale.
Partiamo dal regista, autore di un capolavoro come "Memento", è inglese, e si vede tutto. Dal tipo di approccio al personaggio (il Batman di questo film è ancora più oscuro, involuto, violento del solito) al tipo di storia (la trama non è linearissima, ci vuole un po' per entrarci ma una volta dentro, è un mondo meraviglioso), al tipo di riferimenti (fumetti, mitologia, letteratura).
Ha avuto nel tempo la fortuna di circondarsi di attori di indubbio valore (Michael Caine, Morgan Freeman, Guy Pearce, Joe Pantoliano, Carrie-Ann Moss, Al Pacino, Robin Williams) dai quali ha sempre tratto delle performance di prim'ordine.
Poi parliamo di Christian Bale, un attore inglese pure lui, di un talento pazzesco, in grado di entrare fisicamente nel personaggio tale da plasmare il suo stesso corpo per il ruolo (che ne dite, vi sembra lo stesso ne "The Machinist" o in "American Psycho"). Il suo Batman è una creatura che fa scelte difficili, totali, come quella che fa alla fine del film.
Per tornare al film stesso, Gary Oldman, Aaron Eckart ed Heath Ledger (il compianto Heath Ledger) contribuiscono a formare un cast stellare.
Il film è pieno di riferimenti "fumettistici" si va da "The Killing Joke" al "Ritorno del Cavaliere Oscuro", lasciando perdere il Joker a suo modo giocoso di Jack Nicholson per una lettura del Pagliaccio veramente più schizofrenica e borderline.
Se non si è capito il film mi è piaciuto, e molto, penso che sia stato ben bilanciato fra il normale film di supereroi ed un thriller carico di tensione e suspence. Passerà forse alla storia per la "vendetta di Batman" (Bale arrestato, Ledger morto e Freeman ferito in un incidente d'auto) ma alla fine questo non è importante.
Alla prossima
Rampa
Altro film estivo, altro film di super eroi ma questa volta siamo ad un livello superiore di tutto il resto e lo dico con due parole, anzi con due nomi: Christoper Nolan e Christian Bale.
Partiamo dal regista, autore di un capolavoro come "Memento", è inglese, e si vede tutto. Dal tipo di approccio al personaggio (il Batman di questo film è ancora più oscuro, involuto, violento del solito) al tipo di storia (la trama non è linearissima, ci vuole un po' per entrarci ma una volta dentro, è un mondo meraviglioso), al tipo di riferimenti (fumetti, mitologia, letteratura).
Ha avuto nel tempo la fortuna di circondarsi di attori di indubbio valore (Michael Caine, Morgan Freeman, Guy Pearce, Joe Pantoliano, Carrie-Ann Moss, Al Pacino, Robin Williams) dai quali ha sempre tratto delle performance di prim'ordine.
Poi parliamo di Christian Bale, un attore inglese pure lui, di un talento pazzesco, in grado di entrare fisicamente nel personaggio tale da plasmare il suo stesso corpo per il ruolo (che ne dite, vi sembra lo stesso ne "The Machinist" o in "American Psycho"). Il suo Batman è una creatura che fa scelte difficili, totali, come quella che fa alla fine del film.
Per tornare al film stesso, Gary Oldman, Aaron Eckart ed Heath Ledger (il compianto Heath Ledger) contribuiscono a formare un cast stellare.
Il film è pieno di riferimenti "fumettistici" si va da "The Killing Joke" al "Ritorno del Cavaliere Oscuro", lasciando perdere il Joker a suo modo giocoso di Jack Nicholson per una lettura del Pagliaccio veramente più schizofrenica e borderline.
Se non si è capito il film mi è piaciuto, e molto, penso che sia stato ben bilanciato fra il normale film di supereroi ed un thriller carico di tensione e suspence. Passerà forse alla storia per la "vendetta di Batman" (Bale arrestato, Ledger morto e Freeman ferito in un incidente d'auto) ma alla fine questo non è importante.
Alla prossima
Rampa
giovedì 10 luglio 2008
DVD. Big Fish (2003)
Audio Consigliato: Billy Joel "River of Dreams"
L'altro giorno spinto dal vuoto spinto della televisione estiva mi son guardato un Dvd. Si tratta di Big Fish, un film di Tim Burton del 2003, con Ewan McGregor, Albert Finney, Jessica Lange.
Come al solito Tim Burton, il genio dietro "Edward Mani Di Forbice", "Batman", "Il mistero di Sleepy Hollow", costruisce un film estremamente immaginifico, pieno di idee visive e di sorprese inaspettate.
Quello che mi è piaciuto è la sottile sottotrama che si trova nel film, cioè apparentemente è una storia di un padre che racconta delle storie sempre più fantastiche sulla sua vita al figlio, in realtà è un capolavoro per quello che riguarda il rapporto fra padre e figlio.
Il padre racconta alla sua maniera le vicende della sua vita convinto che la realtà sarebbe banale o poco interessante, il figlio gli invidia la capacità di stregare le persone con i suoi racconti e sospetta che tutto quello in cui ha creduto da piccolo non fosse altro che una enorme bugia.
Non si comprendono e non si parlano eppure il figlio è uno scrittore, ha una bellissima moglie che sta per dargli a sua volta un figlio.
Il padre sta per morire, ma continua imperterrito a raccontare ogni vicenda della sua vita nella maniera più roboante che gli sia possibile. Ed il figlio vuole capire, vuole capire cosa c'è realmente dietro al suo genitore, e cerca indizi per separare la realtà dalla sfrenata fantasia.
Il padre ha paura di non essere all'altezza del figlio, il figlio ha paura che il padre non sia alla sua altezza......
Poi il resto ve lo guardate, che merita.
Alla prossima
Rampa
L'altro giorno spinto dal vuoto spinto della televisione estiva mi son guardato un Dvd. Si tratta di Big Fish, un film di Tim Burton del 2003, con Ewan McGregor, Albert Finney, Jessica Lange.
Come al solito Tim Burton, il genio dietro "Edward Mani Di Forbice", "Batman", "Il mistero di Sleepy Hollow", costruisce un film estremamente immaginifico, pieno di idee visive e di sorprese inaspettate.
Quello che mi è piaciuto è la sottile sottotrama che si trova nel film, cioè apparentemente è una storia di un padre che racconta delle storie sempre più fantastiche sulla sua vita al figlio, in realtà è un capolavoro per quello che riguarda il rapporto fra padre e figlio.
Il padre racconta alla sua maniera le vicende della sua vita convinto che la realtà sarebbe banale o poco interessante, il figlio gli invidia la capacità di stregare le persone con i suoi racconti e sospetta che tutto quello in cui ha creduto da piccolo non fosse altro che una enorme bugia.
Non si comprendono e non si parlano eppure il figlio è uno scrittore, ha una bellissima moglie che sta per dargli a sua volta un figlio.
Il padre sta per morire, ma continua imperterrito a raccontare ogni vicenda della sua vita nella maniera più roboante che gli sia possibile. Ed il figlio vuole capire, vuole capire cosa c'è realmente dietro al suo genitore, e cerca indizi per separare la realtà dalla sfrenata fantasia.
Il padre ha paura di non essere all'altezza del figlio, il figlio ha paura che il padre non sia alla sua altezza......
Poi il resto ve lo guardate, che merita.
Alla prossima
Rampa
lunedì 7 luglio 2008
Cinema: Wanted - Scegli il tuo destino
Audio Consigliato: Rolling Stones "You can't always get what you want!"
Ieri sera con il fresco del temporale estivo sono andato al cinema a vedere questo film. Diciamolo subito così si sgombera la scena da improvvisi ed improvvidi fraintendimenti: questo film è una tamarrata pazzesca!
Eccessivo, sguaiato colorato e luccicante.
A parte la presenza di Angelina Jolie (che o appare nuda in qualche parte del film o non firma nemmeno il contratto, evidentemente) e di Morgan Freeman (che, a mio parere, aveva dato il meglio di se in film tipo "Slevin: Patto Criminale"), c'è il giovane James McAvoy (è una mia impressione o assomiglia sputato a Muccino, quello piccolo?) ed in una particina c'è pure Terence Stamp. Quindi gli ingredienti per fare un film quantomeno decente ci sarebbero tutti, se non fosse che:
Le cose che fanno con le pistole sono poco credibili (quantomeno) e purtroppo come tali verranno imitate da tutti i film d'azione dei prossimi anni.
La scena del treno che cade è assolutamente troppo tamarra per avere un posto nella filmografia di chiunque (un killer che per uccidere un uomo fa una strage degli innocenti, maddaiiiiiii!)
Il discorso finale alla "Trainspotting" con sparo a chiudere è del tutto fuori scala.
Poi l'idea che ci sia una stirpe di killer che divinano il nome dei cattivi semplicemente interpretando le cardature sul metallo e che riescano uscire dalla loro versione della Bat Caverna solo saltando su un vagone della metropolitana veramente è fuori di melone!
Poi, tecnicamente bella la scena dell'entrata del protagonista nella fabbrica tessile, ben coreografata e bella, ottimo il tentativo di fare un finale un po' diverso dall'"e vissero tutti felici e contenti". Ma ciononostante il film è fragilino e si regge molto sul party game "quale tatuaggio della Jolie è vero e quale no?".
Alla prossima
Rampa
Ieri sera con il fresco del temporale estivo sono andato al cinema a vedere questo film. Diciamolo subito così si sgombera la scena da improvvisi ed improvvidi fraintendimenti: questo film è una tamarrata pazzesca!
Eccessivo, sguaiato colorato e luccicante.
A parte la presenza di Angelina Jolie (che o appare nuda in qualche parte del film o non firma nemmeno il contratto, evidentemente) e di Morgan Freeman (che, a mio parere, aveva dato il meglio di se in film tipo "Slevin: Patto Criminale"), c'è il giovane James McAvoy (è una mia impressione o assomiglia sputato a Muccino, quello piccolo?) ed in una particina c'è pure Terence Stamp. Quindi gli ingredienti per fare un film quantomeno decente ci sarebbero tutti, se non fosse che:
Le cose che fanno con le pistole sono poco credibili (quantomeno) e purtroppo come tali verranno imitate da tutti i film d'azione dei prossimi anni.
La scena del treno che cade è assolutamente troppo tamarra per avere un posto nella filmografia di chiunque (un killer che per uccidere un uomo fa una strage degli innocenti, maddaiiiiiii!)
Il discorso finale alla "Trainspotting" con sparo a chiudere è del tutto fuori scala.
Poi l'idea che ci sia una stirpe di killer che divinano il nome dei cattivi semplicemente interpretando le cardature sul metallo e che riescano uscire dalla loro versione della Bat Caverna solo saltando su un vagone della metropolitana veramente è fuori di melone!
Poi, tecnicamente bella la scena dell'entrata del protagonista nella fabbrica tessile, ben coreografata e bella, ottimo il tentativo di fare un finale un po' diverso dall'"e vissero tutti felici e contenti". Ma ciononostante il film è fragilino e si regge molto sul party game "quale tatuaggio della Jolie è vero e quale no?".
Alla prossima
Rampa
martedì 24 giugno 2008
Cinema: Hulk (non quello di Ang Lee!)
Audio consigliato: Seal "Kiss from a rose"
Siccome non ci si fa mai mancare nulla (!) mi sono pure sciroppato il supereroe estivo.
L'esistenza travagliata di questo film è contrassegnata anche dal fatto che Hulk è forse l'eroe su cui si sono fatte più cose tra serie televisive e film (Negli anni 80 c'era la serie televisiva con Bill Bixby nei panni di Bruce Banner e Lou Ferrigno nei panni di Hulk).
L'ultimo exploit di questo personaggio era stato un paio d'anni fa con Eric Bana nei panni del Gigante Pelleverde e Jennifer Connelly nei panni di Elizabeth "Betty" Ross.
Nuovo giro e nuova corsa ed adesso tocca a Ed Norton (a mio parere uno dei più grandi attori dell'ultima generazione, lo si vedeva già all'esordio - Primal Fear è un grande film soprattutto grazie a lui) ad interpretare il Dott. Banner, mentre la ormai piuttosto chiatta Liv Tyler interpreta la dott. Ross.
Il risultato è un bel film, con personaggi di una certa profondità, interessanti ma non banali. Come di costume nell'ultima informata dei film basati sugli eroi Marvel, le scene di combattimento sono relativamente estese (e questo è un bene) a vantaggio di una trama basata molto sul personaggio di Bruce Banner che vuole liberarsi di Hulk.
Il richiamo ad una delle versioni di Hulk che mi è sempre piaciuta di quel personaggio (e mi riferisco alla lunga serie di albi scritta da Peter David in cui si ipotizzava che Hulk fosse il sintomo di un disturbo di personalità multiple di Banner!), rende ancora più prezioso il film per i geek come me.
Detto questo una buona versione di un fumetto fra i più classici di quel tipo di letteratura.
Alla prossima
Rampa
Siccome non ci si fa mai mancare nulla (!) mi sono pure sciroppato il supereroe estivo.
L'esistenza travagliata di questo film è contrassegnata anche dal fatto che Hulk è forse l'eroe su cui si sono fatte più cose tra serie televisive e film (Negli anni 80 c'era la serie televisiva con Bill Bixby nei panni di Bruce Banner e Lou Ferrigno nei panni di Hulk).
L'ultimo exploit di questo personaggio era stato un paio d'anni fa con Eric Bana nei panni del Gigante Pelleverde e Jennifer Connelly nei panni di Elizabeth "Betty" Ross.
Nuovo giro e nuova corsa ed adesso tocca a Ed Norton (a mio parere uno dei più grandi attori dell'ultima generazione, lo si vedeva già all'esordio - Primal Fear è un grande film soprattutto grazie a lui) ad interpretare il Dott. Banner, mentre la ormai piuttosto chiatta Liv Tyler interpreta la dott. Ross.
Il risultato è un bel film, con personaggi di una certa profondità, interessanti ma non banali. Come di costume nell'ultima informata dei film basati sugli eroi Marvel, le scene di combattimento sono relativamente estese (e questo è un bene) a vantaggio di una trama basata molto sul personaggio di Bruce Banner che vuole liberarsi di Hulk.
Il richiamo ad una delle versioni di Hulk che mi è sempre piaciuta di quel personaggio (e mi riferisco alla lunga serie di albi scritta da Peter David in cui si ipotizzava che Hulk fosse il sintomo di un disturbo di personalità multiple di Banner!), rende ancora più prezioso il film per i geek come me.
Detto questo una buona versione di un fumetto fra i più classici di quel tipo di letteratura.
Alla prossima
Rampa
sabato 7 giugno 2008
Cinema: In Bruges - La coscienza dell'assassino
Audio Consigliato: Tricky "Evolution Revolution Love"
Piccolo film di Martin McDonagh, questo "coso" curioso, merita di essere visto. Caratterizzato da una pubblicità un po' sottotraccia (ricordo di averne visto i manifesti a Berlino prima che in Italia), questa pellicola rappresenta una bilanciata mescolanza di alto e basso, di arte e vita di strada, di azione e di introspezione con un piccolo accenno di splatter che non guasta mai.
Come diceva il famoso poeta: "E' sottile la linea che demarca la distinzione fra il colpo di genio e l'immane stronzata". In questo caso sia il regista che il cast ballonzolano allegramente sulla linea stessa senza però mai oltrepassarla.
Il cast è veramente di rilievo, abbiamo un Brendan Gleeson (Harry Potter, Mission Impossible 2 e miliardi di altri film) stellare nella parte del killer che ha raggiunto un punto di svolta della sua carriera, abbiamo un Colin Farrell che sembra essere milioni di chilometri distante da quello che ha fatto Alexander o Daredevil, ed un Ralph Fiennes che mi stupisce sempre per tutto quello che riesce a trovare nel personaggio che gli affidano di volta in volta.
E qui praticamente finiscono gli attori, poi c'è il cast non umano: si tratta di Bruges, questa città fiamminga perfettamente conservata che ispira i personaggi (in un modo o nell'altro), fiabesca quando è necessario, gotica quando bisogna, abbiamo i quadri di Bosch che sottolineano il conflitto interiore del killer che ha sbagliato.
In definitiva un bel film, senza particolari concessioni allo spettacolo, segno che, come sostengo da tempo una solida trama è in grado di reggere senza effetti speciali (anche se mi piacerebbe parlare con lo psichiatra del tecnico che preparava i cadaveri, giuro che erano anni che non vedevo un uso così creativo delle interiora di pollo!!!!!!! Roba da "Brain Dead"!).
Insomma dopo averci dormito su mi sento di consigliarlo senza riserve, per una serata diversa dal solito, per un film diverso dal solito.
Alla prossima
Rampa
Piccolo film di Martin McDonagh, questo "coso" curioso, merita di essere visto. Caratterizzato da una pubblicità un po' sottotraccia (ricordo di averne visto i manifesti a Berlino prima che in Italia), questa pellicola rappresenta una bilanciata mescolanza di alto e basso, di arte e vita di strada, di azione e di introspezione con un piccolo accenno di splatter che non guasta mai.
Come diceva il famoso poeta: "E' sottile la linea che demarca la distinzione fra il colpo di genio e l'immane stronzata". In questo caso sia il regista che il cast ballonzolano allegramente sulla linea stessa senza però mai oltrepassarla.
Il cast è veramente di rilievo, abbiamo un Brendan Gleeson (Harry Potter, Mission Impossible 2 e miliardi di altri film) stellare nella parte del killer che ha raggiunto un punto di svolta della sua carriera, abbiamo un Colin Farrell che sembra essere milioni di chilometri distante da quello che ha fatto Alexander o Daredevil, ed un Ralph Fiennes che mi stupisce sempre per tutto quello che riesce a trovare nel personaggio che gli affidano di volta in volta.
E qui praticamente finiscono gli attori, poi c'è il cast non umano: si tratta di Bruges, questa città fiamminga perfettamente conservata che ispira i personaggi (in un modo o nell'altro), fiabesca quando è necessario, gotica quando bisogna, abbiamo i quadri di Bosch che sottolineano il conflitto interiore del killer che ha sbagliato.
In definitiva un bel film, senza particolari concessioni allo spettacolo, segno che, come sostengo da tempo una solida trama è in grado di reggere senza effetti speciali (anche se mi piacerebbe parlare con lo psichiatra del tecnico che preparava i cadaveri, giuro che erano anni che non vedevo un uso così creativo delle interiora di pollo!!!!!!! Roba da "Brain Dead"!).
Insomma dopo averci dormito su mi sento di consigliarlo senza riserve, per una serata diversa dal solito, per un film diverso dal solito.
Alla prossima
Rampa
giovedì 5 giugno 2008
Cinema: Indiana Jones ed il Teschio di Cristallo
Audio Consigliato: John Williams "Indiana Jones Theme" (quello che fa "Paparappa-parappà-papparappa-parapàpàpà......")
Il regista Steven Spielberg ci ha sempre abituato ad una filmografia che si articola su due binari paralleli ed in luce di questo non intersecanti. Il primo composto per la maggior parte da film "leggeri" (si va da "1941" a "Jurassic Park") il secondo da film più drammatici e vieppiù impegnati (iniziamo con "Duel", "Schindler's List" ed avanti fino ad "Amistad").
Direi che è del tutto evidente che IJ4 sia sicuramente uno dei primi, e, mi secca un po' dirlo, nemmeno il più riuscito della serie.
Le avventure del Dottor Jones ci avevano lasciato alla grande con "L'Ultima Crociata" dove c'era un grande Sean Connery ("E la chiami archeologia, questa?") nel seguito, arrendendosi di fronte allo scorrere del tempo c'è un salto temporale, e dalla Seconda Guerra Mondiale saltiamo in pieno Maccartismo, e c'è un Jones molto invecchiato e molto invischiato in cose che non sono nemmeno le sue.
Si parla di un suo attivismo spionistico etc.......
Comunque, il film è costruito esattamente come un videogioco, uno di quelli adventure games vecchia maniera ("Sam & Max Hit the Road", avete presente?) ed i livelli si seguono ad un ritmo piuttosto serrato, ci sono sorprese che in realtà in seguito alla pubblicità che ci sta bombardando sorprese non sono, ci sono citazioni degli episodi precedenti che servono a far gioire gli appassionati di continuity (appare perfino l'Arca perduta).
In se il film è confezionato bene, Harrison Ford, pur sulla soglia dei sessanta, continua ad essere l'unico attore in grado di essere riempito di botte come una zampogna subito dopo uccidere tutti e cinquanta i cattivi che lo stanno circondando il tutto rimanendo un minimo credibile. Il dramma è che forse 'sto giro si è spinto un po' troppo sul pedale del super eroismo e la cosa si vede (il figlio che si mette ad imitare Tarzan seguito da milioni di scimmie è un po' troppo anche per me che son di bocca buona!).
Sicuramente da vedere per completezza, anche se non so se direttamente al cinema oppure con calma in dvd.
Alla prossima
Rampa
Il regista Steven Spielberg ci ha sempre abituato ad una filmografia che si articola su due binari paralleli ed in luce di questo non intersecanti. Il primo composto per la maggior parte da film "leggeri" (si va da "1941" a "Jurassic Park") il secondo da film più drammatici e vieppiù impegnati (iniziamo con "Duel", "Schindler's List" ed avanti fino ad "Amistad").
Direi che è del tutto evidente che IJ4 sia sicuramente uno dei primi, e, mi secca un po' dirlo, nemmeno il più riuscito della serie.
Le avventure del Dottor Jones ci avevano lasciato alla grande con "L'Ultima Crociata" dove c'era un grande Sean Connery ("E la chiami archeologia, questa?") nel seguito, arrendendosi di fronte allo scorrere del tempo c'è un salto temporale, e dalla Seconda Guerra Mondiale saltiamo in pieno Maccartismo, e c'è un Jones molto invecchiato e molto invischiato in cose che non sono nemmeno le sue.
Si parla di un suo attivismo spionistico etc.......
Comunque, il film è costruito esattamente come un videogioco, uno di quelli adventure games vecchia maniera ("Sam & Max Hit the Road", avete presente?) ed i livelli si seguono ad un ritmo piuttosto serrato, ci sono sorprese che in realtà in seguito alla pubblicità che ci sta bombardando sorprese non sono, ci sono citazioni degli episodi precedenti che servono a far gioire gli appassionati di continuity (appare perfino l'Arca perduta).
In se il film è confezionato bene, Harrison Ford, pur sulla soglia dei sessanta, continua ad essere l'unico attore in grado di essere riempito di botte come una zampogna subito dopo uccidere tutti e cinquanta i cattivi che lo stanno circondando il tutto rimanendo un minimo credibile. Il dramma è che forse 'sto giro si è spinto un po' troppo sul pedale del super eroismo e la cosa si vede (il figlio che si mette ad imitare Tarzan seguito da milioni di scimmie è un po' troppo anche per me che son di bocca buona!).
Sicuramente da vedere per completezza, anche se non so se direttamente al cinema oppure con calma in dvd.
Alla prossima
Rampa
mercoledì 14 maggio 2008
Cinema: U2 3D
Audio consigliato: U2 "Sunday Bloody Sunday"
Ieri sera sono andato a vedere il film 3d degli U2. In realtà chiamarlo film è un po' troppo, è la ripresa di un concerto (anche questo è un po' inesatto, il concerto del film è formato dalle riprese di tre concerti dell'ultimo tour in Sud America!)la cosa assolutamente bella è il fatto che la tecnologia 3d di ultima generazione da il suo meglio sul palco.
Le immagini in cui Bono amoreggia letteralmente con la telecamera ti fanno sentire a pochi centimetri da lui che canta ed un impianto come quello del cinema ti fa vibrare esattamente come fossi allo stadio.
Avevo un timore prima di andarlo a vedere: che l'esperienza fosse talmente bella da sostituire quella del concerto. Intendiamoci andare ad un concerto è bellissimo, arrivi alla mattina, ti siedi sul prato, aspetti e nel frattempo ti fai degli amici (che rimarranno tali solo per quel giorno ma in quel momento non è molto importante), aspetti, canti ascolti la radio, se ci sono ascolti i gruppi di supporto, guardi il sole che cala e quando arriva il tramonto allora senti l'adrenalina nelle orecchie, la fatica, la noia e la stanchezza svaniscono e via il suono il canto la massa, le urla. Torni a casa e le note continuano a rimbombare nelle orecchie mentre fai fatica a prendere sonno.
Ecco l'esperienza al cinema non è niente del genere, arrivi paghi il biglietto, ti metti in una stanza chiusa e vedi il concerto. Il 3d ti da di più il fatto che l'illusione è massima. Poi la scelta di fare il concerto in 3d degli U2 invece che quello, per esempio di Richard Clayderman, sicuramente paga.
Sono delle belve da palcoscenico, la musica costituisce un veicolo potentissimo per trasmettere emozioni, in più il bombardamento visivo proveniente dagli immensi monitor che sovrastano il palco aggiunge emozione ad emozione.
Che dire? Io ho cantato tutto il tempo ed in più mi è pure venuta la voglia di andare a vederli in concerto.......
Alla prossima
Rampa
Ieri sera sono andato a vedere il film 3d degli U2. In realtà chiamarlo film è un po' troppo, è la ripresa di un concerto (anche questo è un po' inesatto, il concerto del film è formato dalle riprese di tre concerti dell'ultimo tour in Sud America!)la cosa assolutamente bella è il fatto che la tecnologia 3d di ultima generazione da il suo meglio sul palco.
Le immagini in cui Bono amoreggia letteralmente con la telecamera ti fanno sentire a pochi centimetri da lui che canta ed un impianto come quello del cinema ti fa vibrare esattamente come fossi allo stadio.
Avevo un timore prima di andarlo a vedere: che l'esperienza fosse talmente bella da sostituire quella del concerto. Intendiamoci andare ad un concerto è bellissimo, arrivi alla mattina, ti siedi sul prato, aspetti e nel frattempo ti fai degli amici (che rimarranno tali solo per quel giorno ma in quel momento non è molto importante), aspetti, canti ascolti la radio, se ci sono ascolti i gruppi di supporto, guardi il sole che cala e quando arriva il tramonto allora senti l'adrenalina nelle orecchie, la fatica, la noia e la stanchezza svaniscono e via il suono il canto la massa, le urla. Torni a casa e le note continuano a rimbombare nelle orecchie mentre fai fatica a prendere sonno.
Ecco l'esperienza al cinema non è niente del genere, arrivi paghi il biglietto, ti metti in una stanza chiusa e vedi il concerto. Il 3d ti da di più il fatto che l'illusione è massima. Poi la scelta di fare il concerto in 3d degli U2 invece che quello, per esempio di Richard Clayderman, sicuramente paga.
Sono delle belve da palcoscenico, la musica costituisce un veicolo potentissimo per trasmettere emozioni, in più il bombardamento visivo proveniente dagli immensi monitor che sovrastano il palco aggiunge emozione ad emozione.
Che dire? Io ho cantato tutto il tempo ed in più mi è pure venuta la voglia di andare a vederli in concerto.......
Alla prossima
Rampa
sabato 10 maggio 2008
Cinema: Iron Man
Audio Consigliato: AC/DC "Back in Black"
Visto la settimana scorsa, questa riduzione di Jon Favreau è, a mio modesto e sindacabile parere un filmone.
Tanto per liberare il campo da ogni dubbio, è una delle migliori versioni su grande schermo dei fumetti Marvel che si sia mai vista.
Diciamo che da quando si sono riorganizzati nei Marvel Studios, la media dei film tratti dai comics è notevolmente migliorata (se qualcuno ha voglia di discutere questa mia affermazione è liberissimo di cercare "The Punisher" con Dolph Lundgren, oppure delle versioni anni 80 di Spiderman, oppure ancora i Fantastici 4 di Corman dei primi anni 90), ma in parecchi casi il prodotto finale si è rivelato perfetto sotto il profilo dell'esecuzione ma carente in maniera drammatica per quel che riguarda la storia.
Va bene tutto ma vedersi ricicciare nuovamente una versione rimasticata e qualche volta diluita delle origini di questo e quel personaggio è veramente una palla. Ma Iron Man è tutto questo ma è retto da un cast stellare che brilla di luce riflessa del protagonista.
Già, Robert Downey Jr, un attore qualche volta sottovalutato ma comunque grandissimo produce un Tony Stark divertente, a tratti comico, piacevolmente anarchico e sottilmente psicotico.
Tutti gli altri si mettono al suo servizio, la Paltrow nel ruolo della segretaria tuttofare innamorata del boss, l'amico Rhodes, perfino la nemesi (un Jeff Bridges cattivissimo ed irriconoscibile) lavora benissimo per sottolineare la performance del protagonista.
Poi tutti il resto è, come dice il mio amico David, "rumoroso e colorato" effetti al meglio della tecnologia esistente, immagini bellissime, nitide chiare e scene di azione stupende.
Un piacevole paio d'ore, dopo tutto.
Questo mi porta a due considerazioni: la prima, è del tutto inutile, le animazioni al computer, gli effetti speciali, le diavolerie, non sono in grado di supplire l'assenza di una solida trama e di attori che riescano a trasmettere sensazioni al pubblico.
La seconda, è ora che basta! Le scene dopo i titoli di coda NON HANNO SENSO! Cioè qualcuno mi spieghi qual'è il senso di piazzare una scena dopo quindici minuti di titoli, che quando va in onda le luci sono accese, la gente è uscita, gli inservienti stanno pulendo la sala!
Se devi aggiungere qualcosa alla storia sei uno stronzo perchè non mi metti in condizione di seguire al meglio il senso della trama, se vuoi mettere un inside joke, sei stronzo uguale perchè comunque potevi metterlo prima o meglio ancora incorporarlo nei titoli di coda (un po' come la sequenza dei titoli di "Delicatessen" di Jeunet e Caro).
Alla prossima
Rampa
Visto la settimana scorsa, questa riduzione di Jon Favreau è, a mio modesto e sindacabile parere un filmone.
Tanto per liberare il campo da ogni dubbio, è una delle migliori versioni su grande schermo dei fumetti Marvel che si sia mai vista.
Diciamo che da quando si sono riorganizzati nei Marvel Studios, la media dei film tratti dai comics è notevolmente migliorata (se qualcuno ha voglia di discutere questa mia affermazione è liberissimo di cercare "The Punisher" con Dolph Lundgren, oppure delle versioni anni 80 di Spiderman, oppure ancora i Fantastici 4 di Corman dei primi anni 90), ma in parecchi casi il prodotto finale si è rivelato perfetto sotto il profilo dell'esecuzione ma carente in maniera drammatica per quel che riguarda la storia.
Va bene tutto ma vedersi ricicciare nuovamente una versione rimasticata e qualche volta diluita delle origini di questo e quel personaggio è veramente una palla. Ma Iron Man è tutto questo ma è retto da un cast stellare che brilla di luce riflessa del protagonista.
Già, Robert Downey Jr, un attore qualche volta sottovalutato ma comunque grandissimo produce un Tony Stark divertente, a tratti comico, piacevolmente anarchico e sottilmente psicotico.
Tutti gli altri si mettono al suo servizio, la Paltrow nel ruolo della segretaria tuttofare innamorata del boss, l'amico Rhodes, perfino la nemesi (un Jeff Bridges cattivissimo ed irriconoscibile) lavora benissimo per sottolineare la performance del protagonista.
Poi tutti il resto è, come dice il mio amico David, "rumoroso e colorato" effetti al meglio della tecnologia esistente, immagini bellissime, nitide chiare e scene di azione stupende.
Un piacevole paio d'ore, dopo tutto.
Questo mi porta a due considerazioni: la prima, è del tutto inutile, le animazioni al computer, gli effetti speciali, le diavolerie, non sono in grado di supplire l'assenza di una solida trama e di attori che riescano a trasmettere sensazioni al pubblico.
La seconda, è ora che basta! Le scene dopo i titoli di coda NON HANNO SENSO! Cioè qualcuno mi spieghi qual'è il senso di piazzare una scena dopo quindici minuti di titoli, che quando va in onda le luci sono accese, la gente è uscita, gli inservienti stanno pulendo la sala!
Se devi aggiungere qualcosa alla storia sei uno stronzo perchè non mi metti in condizione di seguire al meglio il senso della trama, se vuoi mettere un inside joke, sei stronzo uguale perchè comunque potevi metterlo prima o meglio ancora incorporarlo nei titoli di coda (un po' come la sequenza dei titoli di "Delicatessen" di Jeunet e Caro).
Alla prossima
Rampa
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