Oggi ho sentito una dichiarazione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E' in visita a Torino, il nostro Presidente, in un giorno un po' particolare, il giorno in cui ci sono le udienze del processo per il rogo della Thyssen.
I famigliari delle vittime avevano chiesto che si rivedesse l'art. 10 del Testo unico sulla Sicurezza del Lavoro, che non solo non inaspriva le pene ma anche permetteva una certa leggerezza sui controlli (piccola nota a margine: l'azione di riordino del governo, in questo periodo, si sta fissando sulla generica abolizione delle restrizioni. Le norme antisismiche nel piano dell'edilizia, le pene nel piano della sicurezza.... E' un segnale interessante, non trovate?).
La risposta di Napolitano all'appello non si è certo fatta aspettare.... Così come pure la risposta del Ministro Sacconi, autore della revisione della legge.
L'audizione di Sacconi. Il ministro del Welfare si dichiara disponibile a modifiche, nel corso di una audizione alla Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro: "Nessuno vuole ridimensionare la responsabilità penale dei datori di lavoro in relazione alla sicurezza. Siamo disposti a riscrivere questo testo, a patto che non si parli in modo assoluto di responsabilità oggettiva dell'imprenditore. Ritengo infamante la sola idea che questa legge possa interferire con il processo sui morti della Thyssen".Ma non ci si poteva pensare prima? Cioè i legislatori sono lì per fare le leggi, se le leggi che producono con molto sforzo e fatica non sono adatte alle casistiche che devono gestire, vuol dire che sono fatte male (a pensar bene) o fatte apposta (a pensar male).
Io non voglio pensar male, ma il ricorso alla correzione in corsa delle leggi mi sembra un po' ipocrita, come se qualcuno dicesse "orpo, ci hanno beccati, correggiamo in fretta prima che qualcuno se ne accorga.......".
A questo punto la domanda sorge quasi spontanea: ma quale sarà l'editore di riferimento di queste leggi?
Alla prossima
Rampa
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