Audio Consigliato: 99 Posse "Curre Curre Quagliò!"
Ebbene si di solito sono piuttosto refrattario alle letture di massa (il libro che tutti stanno leggendo, la sensazione che tutti pubblicizzano etc.....) preferisco girellare allegramente prendere il primo della pila dei libri da leggere e seguire il senso delle cose (se ce n'è uno!).
Ho preso in mano Gomorra dopo il Festival del Cinema di Cannes, incuriosito dalle buone recensioni del film, mi sono ricordato che lo avevo comprato l'anno scorso e di getto l'ho infilato in valigia prima di andare via.
Ho cominciato a leggerlo mentre ero in viaggio. Il libro in viaggio ha una vita grama, rimane schiacciato nella tasca esterna dello zaino, si segna, corre il rischio di essere lasciato in giro, comunque Gomorra è tornato con me fino a casa.
Lo spaccato di vita che racconta è a dir poco angosciante. Non tanto le scene ad effetto (i bambini che guidano i camion carichi di scorie etc), ma la filosofia che spinge e motiva l'imprenditorialità della camorra, i reinvestimenti dei capitali della droga all'estero (il capitolo su Aberdeen è veramente incredibile), la realtà in cui si muovono i boss ma anche le persone normali.
Racconta di paesi (Italia, mica Birmania o Tanzania) in cui la vita criminale è l'alternativa più accessibile alla disoccupazione, in cui una donna da fuoco a se stessa per impedire ai carabinieri di sequestrarle ciò che ha costruito con i proventi della droga.
Ma raccontano anche della piaga dei rifiuti, degli stakeholder e di come la percezione dell'etica sia variabile a seconda di quanto costa seguirla.
Il libro pur essendo divertente quanto un pugno alla bocca dello stomaco, è godibile, ed è un atto di denuncia di uno che sembra aver vissuto da vicino le cose di cui si parla.
Non è un'opera di fantasia (altrimenti non si spiegherebbe che Saviano adesso è sotto scorta), ma un racconto circostanziato dalle citazioni delle sentenze passate in giudicato nei confronti di questi boss con soprannomi da operetta o da film d'azione americano.
Alla luce di quanto detto negli ultimi giorni sui rifiuti:
"Lo smaltimento è un costo che nessun imprenditore italiano sente necessario. Gli stake ripetono sempre la stessa medesima metafora: "Per loro è più utile la merda che cacano piuttosto che i rifiuti, per smaltire i quali devono sborsare valigie di soldi".
......
Esistono due tipi di produttori di rifiuti: quelli che non hanno altro obiettivo se non risparmiare sul prezzo del servizio, non curandosi dell'affidabilità delle ditte cui hanno affidato lo smaltimento. .....
E quelli direttamente implicati nelle operazioni illegali, che smaltiscono loro stessi illegalmente i rifiuti.
......"
E' a pagina 238, se qualcuno vuole approfondire.
Alla prossima
Rampa
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