Audio Consigliato: Billy Ocean "When the going gets tough, the tough gets going"
Ci sono delle considerazioni che valgono sempre quando si parla della morte. La frase tipica è "se ne è andato troppo presto" (anche se si parla di un anziano 110enne, fateci caso è sempre quella che si dice!) oppure un'altra che mi fa impazzire è "non ce lo stavamo aspettando" (eppure, razionalizzando, dovrebbe essere l'esito di tutte le esistenze).
Ma è non proprio di questo che voglio parlare, ma di Internet, del buon gusto e di tutto il resto. Andiamo con ordine, Vasco Rossi, il cantante, che di questi tempi non sembra aver molto altro da fare, all'indomani della morte di Marco Simoncelli, ha messo su Facebook il suo sdegno perché su Nonciclopedia (sempre lei) erano uscite delle battute di cattivo gusto nei confronti del pilota.
Posto che il buon gusto è una dote acquisita e non ci si nasce (e pure non è una qualità richiesta per proseguire nella vita, c'è gente con cattivo gusto che vive serena), e che è veramente difficile scherzare sulle persone morte, non mi sento di dare ragione a Vasco.
Spiego: che cosa c'è di diverso da Marco Simoncelli, da Steve Jobs e da Amy Winehouse? A parte il fatto che sono tutti morti, ben inteso!
Amy Winehouse, una cantante con una voce meravigliosa, è stata trovata morta nella sua casa. Per mesi si è parlato anche su giornali seri di come la sua vita si è praticamente bruciata nell'alcool e nelle droghe, si è intervistato il pusher che si diceva avesse portato la dose letale. E bla bla bla....
Nessuno ha intervistato i fotografi che le andavano a comprare l'alcool e glielo passavano dalla finestra di casa per poi vendere le sue immagini da sbronza? Quanti hanno dedicato più di mezza colonna al fatto che quando è morta non era drogata, aveva semplicemente bevuto troppo? Eppure i titoli che ne sono usciti sono stati ben peggio di una battuta di dubbio gusto (poi ci sono state anche le battute di dubbio gusto, ma non è esattamente questo il punto). Fateci caso.
Steve Jobs, il Leonardo da Vinci del nostro tempo (già, vero, anche se "Be hungry. Be foolish." era probabilmente la cosa meno importante del discorso di Stanford, eppure lo hanno citato tutti), alla sua morte "prematura" è stato un florilegio di barzellette e di immagini alcune carine altre veramente brutte altre ancora di dubbio gusto. La "i" aggiunta di fronte a qualsiasi cosa è una maledizione che ci accompagnerà in saecula saeculorum per molto tempo. Eppure nessuno ha parlato del fatto che, pur essendo una persona molto intelligente, il suo approccio ad una malattia come il tumore al fegato è stato un po', per così dire, infantile (almeno a leggere la biografia).
Marco Simoncelli, bravo ragazzo, uno con cui si potrebbe passare una serata divertendosi senza dubbio. Ma è anche uno che veniva pagato per andare su una moto a 280 km l'ora ed a quella velocità ci è morto. Eroe, forse non è la frase più giusta. E ci sta che la gente ci faccia dello spirito sopra.
Tutto questo per dire che se tutti siamo simili di fronte alla morte non tutti siamo simili di fronte ad un pubblico. Se sei un operaio che muore sotto un'impalcatura difficilmente ti faranno barzellette e battute, se sei uno famoso ne avrai di belle, che avrebbero fatto ridere le avessi lette, e di brutte, che ti avrebbero fatto incazzare. Quindi uscite come quelle di Vasco sono, secondo me, più censoree che altro. Per due motivi: il primo è che se hai lasciato un buon ricordo sicuramente le voci della gente che ti vuole bene saranno più forti, il secondo è che se sei una persona pubblica questo ti rende automaticamente esposto al cattivo gusto degli altri ed in fin dei conti sei tu che decidi come vuoi essere ricordato.
L'ho già detto altre volte: Internet è una creatura nuova e strana, ma ha tante similitudini con cose che già conosciamo. Se vedi un programma in televisione che non ti piace, puoi cambiare canale, pensando che a qualcuno piacerà, oppure puoi lottare perché nessuno lo veda, nel primo caso si chiama libero arbitrio, nel secondo?
Alla prossima
Rampa
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