Audio Consigliato: Giorgia "Marzo"
Qualche volta dalle più bieche considerazioni partono anche dei discorsi seri. Ieri mi è proprio successa una cosa del genere.
Stavo chiaccherando con Michele, una vecchia conoscenza, che notava come la presenza di un sacco di gente di colore in città.
Anche se il commento veniva da una persona di parecchia destra, in effetti mi trovavo a condividere un po' la sua considerazione. Poi però sono andato avanti nel discorso:
"Certo che finchè noi facciamo un solo figlio per famiglia e loro ne fanno quattro, non è che possiamo dire molto."
Ed in effetti è vero, il grosso delle famiglie che conosco sono famiglie con uno massimo due figli, adesso si sta tornando ad uno.
Il filo dei ragionamenti mi portava a delle considerazioni.
Mio padre ha avuto un fratello, suo padre (mio nonno) aveva tre fratelli e così via. Io sono figlio unico. Molte delle famiglie di oggi hanno un solo figlio.
Mi viene il dubbio che la famiglia adesso abbia una percezione del tutto differente della prole. Una volta, almeno per come me ne parlano le generazioni passate, i figli erano futuro, capitale ed investimento. Lo sono ancora?
Nella nostra società.
Quante donne sono adesso madri per la prima volta sotto i 20 anni? Sotto i 30?
Direi che ad un certo punto una Italia popolata da maggior parte di gente di colore (non solo ma anche di origine cinese, dell'est europeo) non è più una remota eventualità ma anzi una futura certezza.
Se penso alle politiche della famiglia in Italia negli ultimi 30 anni, non vedo grandi mosse strategiche per tutelare le madri lavoratrici, per l'aiuto nella gestione familiare, per l'incentivazione all'avere figli.
Sono sempre più convinto che al crollo delle ideologie sia corrisposto una crescita di una grande ideologia: quella dell'egoismo. E quindi non siamo pronti al sacrificio di fare una nuova vita, di fare una nuova famiglia, di dedicarci al nostro futuro.
Alla prossima
Rampa
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