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Oggi giro per i giornali come uno che guarda i rottami lasciati da un terremoto, tutto attorno mi sembra di cogliere solo macerie fumanti.
Solo che le macerie sono tante articoli, opinioni, un fiume di carta stampata e parole scritte talmente grosso che sembra impossibile da cogliere, impossibile da capire.
Al quarto giornale ho rinunciato, mi faccio colpire dagli articoli, dai titoli e con repulsione mi allontano da quelli che non mi piacciono e leggo spizzichi e bocconi di quelli che mi sembra aggiungano qualcosa.
Vedo l'intervista di Bossi a Repubblica, e mi sembra quasi equilibrato, forse il più equilibrato che ho sentito in questi giorni.
Poi vedo questo editoriale sull'Avvenire e mi sento il sangue agghiacciare nelle vene. Mi sembra di cattivo gusto e di una faziosità al di fuori del concepibile.
Leggo Adriano Sofri, sempre su Repubblica, e sono d'accordo con quasi tutto quello che dice.
Leggo Mario Giordano, sul Giornale, che parla di esecuzione (mi sembra un po' a sproposito).
Leggo il comunicato del padre di Eluana che dice che adesso è ora del silenzio.
Mi si stringe il cuore e decido di sedermi finchè le macerie ancora fumano.
Alla prossima
Rampa
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