martedì 17 luglio 2012

Armi di disinformazione di massa....

Audio Consigliato: Deep Purple "Burn"

Ne ho un pochino le palle piene! Giuro, non per fare lo snob, ma non c'è niente di più mortale e di deleterio di quello che ho imparato a definire "la politica di Facebook". Si, lo so che il bambino piange, che non c'è il tempo, che l'acqua bolle, che non c'è tempo, ma tutte queste scuse, seppur buone, sono sempre e solo scuse.
Fra le condivisioni che arrivano, ci sono appelli ad appoggiare questa o quella causa, ad indignarsi per questo o quello spreco, per protestare su questo o quel sopruso. E cosa si può fare per appoggiare, indignarsi e protestare?
"Clicca su Mi Piace e Condividi"
Già, proprio così, che io poi me la immagino la persona che va dal Presidente del Consiglio, dalla rockstar o da qualsiasi sia l'obiettivo della protesta, con la stampata del post su Facebook con il numerino sotto. Da far paura vero?

Oggi abbiamo superato il segno, alla grande. La prima è questa notizia.Vi ho messo direttamente il link al blog di Paolo Attivissimo, con la spiegazione della bufala, ma non è il contenuto la cosa più importante è certamente il mezzo. Viene una notizia ("In 56 giorni di governo, il presidente della Francia ha abolito il 100% delle auto blu"), scritta da un blogger (come potrei essere io, mica uno particolare) senza citare fonti ne altro, e tutti la prendono come oro colato. E passi per gli utenti di Facebook, ma una sciocchezza del genere è pure finita sui siti dei giornali! Io non dico che bisogna passare il tempo a cercare le fonti, ma diciamocelo, leggere le cose e capirne il senso sono proprio il minimo sindacale!

La seconda è questa.Qui ho messo un articolo de "Il Post" che mette un minimo di ordine sulla situazione. Dunque ci sono un tot di persone che dicono che si stanno raccogliendo (contro tutto e contro tutti) le firme per abolire l'indennità ai parlamentari (una cosa tipo 3500 euro al mese per parlamentare che spetta a coloro che non vivono a Roma e che devono venire a Roma per partecipare ai lavori connessi al loro ruolo, questa indennità viene corrisposta anche a coloro che residenti a Roma non ne hanno diritto) e si invita tutti ad andare nel comune di residenza a firmare. Tutto vero, tutto giusto. Peccato che l'istituto del referendum (ne abbiamo già parlato per una raccolta di firme di Grillo, in tempi non sospetti) abbia delle regole precise, fra cui alcuni periodi in cui non si possono raccogliere firme (un anno prima delle elezioni politiche che si terranno nel primo semestre del 2013) e fra cui  la validità delle firme raccolte (che valgono tre mesi, la raccolta dovrebbe finire il 26 luglio, più tre mesi diventa 26 ottobre, quindi il 27 le firme non sono più valide), che i promotori si sono messi bellamente ad ignorare.
E quindi via dritti con appelli, condivisioni gruppi, mail.

Il problema è che è tutto troppo semplice. Cliccare su "Mi Piace" o su una petizione online è facile, ma proprio tanto, tanto che non ci costa nulla farlo. Ma qual'è il senso? Pensiamo sul serio che cliccare un'immagine aiuterà la ricerca di una cura del cancro? Oppure i terremotati dell'Emilia? Oppure ancora servirà ad abbattere gli sprechi? Siamo in una società fantastica in un mondo fantastico, io (ma non solo io, chiunque) ho accesso ad informazioni che per qualità e per quantità sono infinitamente maggiori a quelle cui poteva arrivare mio nonno. Eppure ci fermiamo al primo clic, al "Mi Piace", e poi basta.
Eppure la nostra indignazione ha un potere, ha il potere di farci dire "sono incavolato nero e tutto questo non lo sopporto più!" (citazione da Quinto Potere), è inutile sprecarla in tanti piccoli coiti interrupti a suon di clic. Sarebbe il caso che fosse articolata e focalizzata su qualcosa che ne valga veramente la pena.
La politica di Facebook, forse, non è questa.

Alla prossima
Rampa

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