martedì 8 febbraio 2011

Una sorprendente sequenza di pensieri.1

Audio Consigliato: Ivano Fossati "I treni a vapore"


(Intro: questo post è lungo, ma lungo, molto lungo, ed avrà almeno un paio di seguiti nei prossimi giorni.... seguite se potete, intervenite se vi va)
L'altro giorno ascoltavo le dichiarazioni di Sergio Marchionne sulla possibilità di spostare la sede Fiat a Detroit, cambiando così il peso dell'Italia in una fabbrica che ha Italiana addirittura nel nome.
Eppure, pur essendo io di cultura di sinistra, italiano e nazionalista quanto basta, non mi sono mica sentito di dargli torto.

Ripensando al suo ruolo, quello di Amministratore Delegato che deve far in modo che una azienda cresca e prosperi, il sig. Marchionne si sta muovendo in maniera sequenziale. Stiamo tanto a dire che la globalizzazione è una opportunità, ma quando ci troviamo dalla parte sbagliata dell'opportunità ci mettiamo ad urlare che sono tutti stronzi!.

Ma torniamo al 2008, con l'economia americana allo stremo, l'industria dell'automobile ai minimi termini, ed il governo (presidente Obama appena entrato in carica) si mette attivamente a cercare gente che aiuti.
Nel nostro modo di pensare è una cosa quasi comunista bolscevica (kholkoz, sholkoz e tutte quelle cose lì) ed un po' ci può anche stare, ma provate a pensare cosa possa significare per un paese (un qualunque paese) la chiusura di un intero comparto. Quindi si arriva alla famosa scommessa di Marchionne, che prende la Chrysler a costo praticamente zero, con la promessa che se va bene, va bene per tutti (governo, Marchionne, operai e maestranze tutte), se va male, va male per tutti (tranne forse per Fiat, ma questa sta la bravura di Marchionne, mica lo pagano per pettinare le bambole!).

Quindi, se non vado errato, in questo caso abbiamo un governo che si mette ad operare sul mercato per fare il bene del paese. Ora arriviamo all'Italia. L'abbiamo visto prima con Termini Imerese poi con Pomigliano D'Arco, Marchionne è stato ricevuto come una controparte non come un'opportunità. Il governo di qui non si è preoccupato di fare sponda all'opportunità di far lavorare delle persone, magari fornendo degli ammortizzatori sociali agli operai ed ai sindacati, in pratica di agevolare un certo tipo di accordo fra l'azienda e le parti sociali al fine di far in modo di tenere la gente al lavoro. In questo caso si è preferito lasciare l'ad Marchionne in pasto all'opinione pubblica ed a trattarlo come “traditore della nazione”. E non mi metto nemmeno a ricordare l'affare della offerta di Fiat sulla Opel.

Di fronte ad un trattamento del genere, non sono proprio in grado di dare del torto a Marchionne, stiamo parlando di un signore che ha ben presente quanto sia differente il lavoro ed il suo costo nelle parti diverse del mondo ed è pronto a fare quello che già fanno da anni aziende anche più blasonate che da decenni spostano le fabbriche ogni paio d'anni alla ricerca del costo del lavoro minore.

Questa situazione mi ha fatto pensare al nostro (di noi italiani) modo di pensare ed affrontare le cose, alla nostra capacità di buttare tutto in vacca e di riuscire a produrre una classe dirigente che non sappia fare altro che perpetuare se stessa e non sia in grado di muoversi per il bene del paese.

Non vorrei che mi si fraintendesse, non ho alcuna ragione e intenzione di dire quanto è brava e quanto è bella l'America (spesso si comportano come degli stronzi ignoranti), ma se bisogna imparare le cose migliori, è possibile che si imparino da quelli che sono meno avanzati di noi (cosa tutta da dimostrare ma almeno abbiamo nutrito il nostro senso di superiorità e va bene così!).

Questo mi ha portato ha pensare al ruolo dei sindacati oggi, ma ci arrivo in uno dei prossimi post....

Alla prossima
Rampa

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