mercoledì 8 settembre 2010

Spazio, l'ultima frontiera......

Audio Consigliato: Coldplay "Viva la vida"

Mio padre è a casa, in questi giorni. Niente di strano ma, vuoi perchè ha il tempo di digerire le cose, vuoi perchè ha il tempo di seguire le notizie, mi capita di trovarlo spesso più informato di me.
Questo ha un effetto benefico sulle conversazioni, sulle discussioni, ci sono molti più dati informazioni, che infarciscono le opinioni e questo, in un certo modo, le rende più profonde più vere.
Oggi, dicevo, si parlava di Sakineh. Non c'è giornale che non ne parli, non c'è municipio che non esprima solidarietà con questa donna, accusata e condannata a morire per lapidazione .
Ecco un altro volto che viene dato allo sdegno popolare e fino a conclusione di questa vicenda, in un senso o nell'altro, sarà il simbolo del bene contro il male, della civiltà contro la barbarie.
Giusto, tutto molto giusto. Condivisibile, certamente, nessuno (io per primo) si augura la morte di qualcuno, specie in una maniera così brutale e barbara.
Ma.....

Io sono un appassionato di Star Trek, una serie televisiva di fantascienza che è poi sfociata in una specie di grande fiction parallela di come dovremmo e potremmo essere noi umani in un futuro prossimo. Uno dei capisaldi della serie è la Prima Direttiva. Per i meno avvezzi si tratta di una specie di codice etico che impedisce di interferire con le popolazioni meno progredite. Si tratta insomma di una specie di autoregolamentazione dei buoni (i protagonisti) contro i barbari (di solito le popolazioni meno progredite con cui vengono in contatto).

Ora, non vorrei sbagliarmi ma qui mi sembra che noi si abbia un problema di Prima Direttiva. Spiego: con che diritto possiamo dire ad un paese sovrano come amministrare la propria giustizia interna? Siamo d'accordo che la condanna a morte è una pena ingiusta, arcaica, barbarica, ma qual'è la differenza, se ce ne è una fra la lapidazione iraniana e l'iniezione letale americana?
E perchè quando gli Stati Uniti mandano a morte qualcuno, la cosa viene considerata quasi naturale mentre quando è invece l'Iran si progettano "ulteriori sanzioni dell'Onu" ed altre proteste?
Siamo proprio sicuri che sia così che si faranno crescere le altre culture?
Deve essere una minaccia mondiale a far cambiare la legislazione iraniana o deve essere un'effettiva crescita culturale a far in modo che le condanne a morte siano delle pene superate?

Ripeto, questo discorso è puramente accademico, io voglio che quella donna viva e che non venga ne uccisa a pietrate ne con l'impiccagione, ne in alcuna altra maniera, ma onestamente voglio che lo stesso avvenga anche per tutti i detenuti rinchiusi nel braccio della morte delle prigioni americane, e per tutti i detenuti in attesa di condanna a morte nei 159 paesi (rapporto Amnesty International 2010) che ancora la prevedono.

Altrimenti mi sa un po' di ipocrisia, non credete?

Alla prossima
Rampa

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