sabato 28 agosto 2010

Mancanza di calcio

Audio Consigliato: Daniele Silvestri "Cohiba"

La notizia di oggi è in realtà la notizia dell'assalto avvenuto ieri da parte di Ultrà (mi verrebbe da dire deficienti ma poi si fa confusione) alla festa leghista a Bergamo dove era intervenuto il Ministro dell'Interno Maroni.
Ora, non che io sia un fan del ministro, anzi, però il fatto che si vada con delle bombe carta dentro una manifestazione dove ci sono le famiglie già mi indispone, ma l'indisposizione aumenta e supera i livelli di guardia quando si parla di quello contro cui protestano questi ultrà. Il nemico (contro cui apparentemente tutti gli ultrà sono contro) è la tessera del tifoso, novello progetto del ministro per combattere la tifoseria violenta.
E' (detta in parole molto povere ed un po' imprecise, ma una ricerchina su google potrebbe aiutarvi) uno strumento per identificare i tifosi non tanto quando sono in casa ma quando vanno in trasferta.
Se ne era parlato prima dei Mondiali quando De Rossi, in conferenza stampa, aveva detto il suo parere su questa cosa.
Un po' mi ripugna che vengano schedate le persone che vanno a vedere uno spettacolo. Che volete, nella mia mente naif credo che andare allo stadio sia più o meno la stessa cosa che andare a teatro, ad una gara di atletica leggera, al cinema, ad una competizione di pattinaggio artistico. Vai sul posto, paghi il giusto, guardi e/o fai il tifo per il tuo performer preferito, mangi il panino all'intervallo, applaudi se c'è da applaudire, sbadigli se c'è da sbadigliare, alla fine pigli il cappotto, finisci i pop corn, finisci la coca con quel tanto di risucchio della cannuccia e te ve vai a casa, mesto o felice pari è. E la vita continua.
Eppure c'è della gente che va allo stadio per scambiare manganellate con l'amico celerino, picchiare il tifoso avversario, buttare la bomba carta. E questi, altro che tessera del tifoso, un bel carnet di visite dal dottore, uno bravo, e via andare.
Poi però il discorso è ancora più grande. Perchè il calcio assorbe così tanto della nostra vita di italiani (parlo in genere, io non mi sento particolarmente assorbito)? Perchè in nome di 22 persone correnti dietro ad una palla intere industrie sono pronte a giocarsi una parte dei profitti, uno stato è disposto a fare delle agevolazioni fiscali che nemmeno i condoni di Tremonti nei giorni di pioggia, una rete tlevisiva è disposta a versare tanti soldi per far vedere gli spezzoni delle partite prima di altre.... perchè?
Ok, la storia dello sport nazionale la so, me la hanno già detta.... poi c'è la storia, detta dal mio amico Enrico, che il calcio è la terza industria del paese e che bisogna tutelare l'indotto....
Però ancora non capisco... com'è che c'è una industria, che brucia un sacco di soldi (apparentemente) ma che ne produce molti (altrimenti non si spiega) che però è sempre in rosso ed ha bisogno di dilazioni finanziarie, decreti spalmadebiti, plusvalenze etc....?
C'è qualcosina che non quadra anche per voi?
E se per un anno facessimo lo sciopero? Non guardassimo le partite, non andassimo allo stadio, non ci riempissimo la bocca di commenti tecnici, il più delle volte a sproposito? Succederebbe la rivoluzione? Non credo mica, sapete!

Alla prossima
Rampa

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