sabato 3 luglio 2010

Curiosità mondiali.....

Audio Consigliato: Bruce Springsteen "Born to Run"

Quando meno te lo aspetti, trovi delle reazioni interessanti.
Ci sono ancora i Mondiali (che sto seguendo piuttosto marginalmente devo dire) e ci sono le considerazioni che si fanno su chi è passato agli ottavi e poi ai quarti e così via.
Sul Post vedo questo articolo, che parte dal comportamento della nazionale degli Stati Uniti, per allargare il discorso al comportamento della nazione.
E giusto o sbagliato, il nostro approccio alle cose è fondamentalmente diverso.
Il vittimismo, la finzione e la protesta per il torto subito che fanno parte integrante del gioco del calcio come lo vediamo noi – e che arriviamo a incentivare e apprezzare – non sono nel DNA degli americani. Quello è un paese, lo sappiamo, che nel bene e nel male si è sempre considerato superiore agli altri e che è abituato a reagire alle avversità e alle sconfitte sul campo e battendosi.
Dopo l’11 settembre la parola d’ordine fu “non dargliela vinta”. L’America non indugiò sulla terribile disgrazia che le era capitata, né accusò il resto del mondo di non averla aiutata e difesa, né chiese l’intervento di qualcun altro. Sarebbe stato meglio che lo facesse – avesse avuto qualcuno in grado di aiutarla – ma che sia giusto o sbagliato, un paese è fatto come è fatto. E lo sappiamo noi che ci siamo incartati in questo autoindulgente ritratto sfigato e vittimista di noi stessi.
E' vero. Mi ricordo di aver visto su Facebook, subito dopo la partita della nostra Nazionale, almeno due messaggi in cui si diceva che era colpa dell'arbitro.
Non dei giocatori, non delle scelte dell'allenatore, ma dell'arbitro.
Ed è lo stesso nella vita di tutti i giorni. E' tutto un non assumersi le responsabilità ("Hai rubato!" "Lo fanno tutti!").
Non sono filo-americano, mai stato. Ci sono delle cose che mi piacciono della loro cultura, ed alcune che non mi piacciono, ma sono sempre più convinto che lo scopo di conoscere le altre culture non sia quello di adottarle supinamente, ma di depredarle delle cose migliori per farle proprie. Altrimenti non si cresce. Mai.

Alla prossima
Rampa

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