giovedì 26 marzo 2009

Controllo delle Libertà!!!

Audio Consigliato: Gnarls Barkley "Run"

Dopo che qualche giorno fa avevo scritto questo, oggi su wittgenstein vedo il link a questo commento di Alessandro Gilioli su Piovono Rane, uno dei blog ospitati sul sito dell'Espresso.
Il commento è qui, e in pratica è la risposta alle polemiche dell'Onorevole Gabriella Carlucci.

Con delle simpatiche risposte.
La Carlucci scrive:
Internet oggi è un canale di diffusione di messaggi e contenuti che purtroppo si presta a diffondere notizie vere, ma si presta anche ad essere luogo virtuale e difficilmente controllabile nel quale commettere reati gravissimi o praticare l’illegalità.
Gilioli commenta:
Anche la via dove abito io è un luogo dove si possono commettere illegalità. Ma non sarebbe una buona idea mettere un poliziotto ogni dieci metri a chiedere i documenti a tutti i passanti. Altrimenti si chiama Stato di polizia.
Oppure:

La Carlucci scrive:
In tal senso, per quanto riguarda il reato di diffamazione, chi mi accusa, in realtà pretende il diritto di rimanere anonimo per avere la libertà di calunniare gli altri senza pericolo di essere perseguiti o senza dare al diffamato alcuna possibilità di potersi difendere. Anche qui la domanda sorge spontanea: se si muove una critica o si esprime un’esplicita accusa verso qualcuno e si è coscienti che quanto affermato corrisponda a verità, non si comprende la necessità di celarsi dietro il paravento dell’ anonimato.
Gilioli commenta:
A parte il fatto che l’anonimato propriamente detto in Rete già non esiste perché ci sono gli indirizzi IP da cui la polizia postale può arrivare quasi sempre all’autore di ogni contenuto, non capisco perché - ad esempio - un tipo che fa l’operaio alla Tubi Rossi debba firmarsi con nome e cognome se scrive on line che nella sua azienda non vengono rispettate le norme di sicurezza. E’ un esempio tra mille, naturalmente: il fatto è che il testo Carlucci semplicemente vieta di inserire contenuti anonimi, quindi allontanerà dalla Rete un sacco di persone che per le più svariate ragioni non vogliono apparire. L’effetto rischia di essere quello già ottenuto dal decreto Pisanu, che ha tarpato le ali all’Wi-Fi in Italia. Non propriamente un successo, in termini di sviluppo e innovazione.
E questo viene fatto notare ad una persona che si vanta di aver interpellato esperti (Davide Rossi, presidente di Univideo, è divenuto famoso per la frase: "Internet fa del male alla società." Alla faccia dell'esperto.) che le hanno parlato dei pericoli della rete.
A questo punto, ma io sono uno che pensa male, mi viene il dubbio che gli esperti siano gli stessi che ha intermpellato il Governo Cinese (che ultimamente ha bloccato youtube, dopo aver bloccato intere parti di web, colpevoli di portare idee non conformi al regime).

A questo punto ci dica, Onorevole Carlucci, a prescindere dall'uso non legale di internet e sto parlando non solo dei downloader, ma anche dei pedofili, delle reti con finalità terroristiche, come vogliamo tutelare in 90-95 per cento delle persone che usano internet normalmente comprendoli di controlli?

Vogliamo fare come la legge Urbani? Qualcuno se la ricorda? Era una figata, perchè richiedeva la creazione di un unico archivio di tutti i siti web .it in cui si sarebbero dovuti mandare copia dei contenuti in rete. La cosa da ridere era che i contenuti sarebbero dovuti essere mandati in simpatici floppy disks (!) e mandati nuovamente ogni volta che "il contenuto online fosse cambiato" (ecco prova a pensare a questo blog, ogni volta che io scrivo un post, ogni volta che qualcuno scrive un commento, io prendo copio tutto su CD e con raccomandata con ricevuta di ritorno mando tutto a Firenze).
Assolutamente demenziale, creata da persone che di Internet non sanno e non vogliono sapere e tentano disperatamente di applicare concetti tratti dal mondo editoriale o da altri mondi che con la rete non hanno nulla a che fare!

Onorevole Carlucci, se una regolamentazione di Internet deve essere data, e ne deve essere data una, intendiamoci, deve essere fatta da esperti, molti di quali sono immersi nella discussione da ormai anni. Non sarà certo un intervento lobbista a risolvere il problema, almeno credo.

Alla prossima
Rampa

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