lunedì 29 dicembre 2008

Paese che vai......

Audio Consigliato: Enzo Jannacci "Ci vuole orecchio"

Oggi sul sito di Repubblica vedo questa. Un dirigente statale della provincia di Nanjing è stato cacciato dal partito per aver ostentanto "costose sigarette", "orologi di marca" ed una Cadillac.

Destituito dall'incarico, cacciato dal partito. Così si fa! Dalle nostre parti stiamo qui a farci le pippe sulla "questione morale", nell'ultima roccaforte dei comunisti, invece, passano alle vie di fatto.

In prima pagina, sempre oggi, c'è Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio Di Pietro, ex-magistrato di Mani Pulite, creatore dell'Italia dei Valori, che nominato nell'ambito dell'inchiesta "Global Services" (quella che sta incasinando la vita alla Jervolino, a Veltroni ed ad un sacco di sindaci di città italiane) ha detto: "Io non sono nemmeno indagato ma visto che vengo nominato per danneggiare il mio partito, io esco dal partito."
La prima opinione che mi sono fatto era: "Ce ne fossero!" ovvero ci fosse gente che conscia del fatto che la politica impone una certa accountability, si pone prima di tutto a disposizione delle autorità inquirenti e poi al riparo di eventuali fraintendimenti dell'iter giudiziario che li riguarda.
Poi ripensandoci, mi viene in mente un'altra cosa: perchè questo politico viene costretto a questo. Perchè non basta una dichiarazione di innocenza per bloccare una ridda di dicerie evidentemente mosse ad arte? Perchè nel nostro paese, si fa presto a dire che una persona è indagata e ci si mette una vita a pubblicare una smentita?

Mi fanno ridere le dichiarazioni del Presidente del Consiglio che continua a raccontare che la stampa in Italia è in mano all'opposizione, prima o poi ci crederemo, ma secondo me non è esattamente così.

Alla prossima
Rampa

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