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In questi giorni si parla della Granbassi e di come gli altri atleti (la Pellegrini, Montano, Rosolino e tutti gli altri) stiano sfruttando la notorietà raggiunta con i loro successi per trovarsi un posto al sole in televisione.
La schermitrice finisce a fare la "velina" da Santoro, la Pellegrini va a Zelig a fare il mimo, prima ancora Montano era andato a far reality in Africa. E parte subito il casino. L'arma dei Carabinieri le chiede il congedo, oggi c'era perfino un articolo a tutta pagina in cui un dirigente del Coni diceva quanto fosse brutto vedere questi atleti in giro a fare gli zimbelli.
Mi sembra che ci sia una certa doppia moralità in tutto questo: siamo nella società dell'immagine eppure mentre da una parte fa comodo la sovraesposizione mediatica (ve lo ricordate quanto si è scritto sul triangolo sportivo-erotico-amoroso Pellegrini-Marin-Manadou?) dall'altro mi sembra che le strutture che in Italia sovrintendono lo sport vorrebbero che questi fossero degli esseri asessuati, possibilmente senza opinioni che dopo lo spettacolo si rinchiudono dentro le piscine e le palestre a provare il prossimo tuffo o la prossima evoluzione.
E' la stessa libertà che viene lasciata ai calciatori, per esempio? Ai corridori? Era la stessa procedura che veniva usata con Alberto Tomba (altro carabiniere)?
Non ho visto la Granbassi, non so se guarderò Zelig, so sicuramente che non guarderò alcun reality (ma questo a prescindere da chi ci sta dentro!), però la cosa mi da un po' da pensare.
Alla prossima
Rampa
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