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Oggi a pranzo guardo la televisione e vedo l'appello di George W. Bush, l'attuale presidente degli Stati Uniti, che prega i membri del proprio Congresso (i membri della sua stessa parte che ieri gli hanno votato contro) affinchè facciano passare il provvedimento a sostegno dell'economia che prevede un esborso del governo di 750 milioni di dollari (mica bruscolini!).
Si tratta di un provvedimento importante che ha una enorme base di appoggio, visto che è stato concordato ed appoggiato da ambedue i candidati presidente delle elezioni di novembre.
Il fatto che un provvedimento del genere non sia passato al primo colpo, significa, a mio parere due cose: che parte del governo americano non vuole che lo stato si invischi nel mercato azionario e che parte del governo gradisce che quelli che non hanno agito secondo le regole paghino il peso delle loro azioni con la maggiore pena possibile in campo finanziario, il fallimento.
E' sicuramente un'opinione per certi aspetti condivisibile, anche se come al solito si corre ai ripari chiudendo il recinto quando i buoi sono già scappati da un bel pezzo.
Chiunque dica che la crisi di questi giorni è una cosa inaspettata (John McCain la settimana scorsa: "L'economia americana è forte e resisterà!") mente sapendo che sta dicendo una menzogna delle dimensioni dell'intero Idaho!
Oggi su Repubblica, Paul Samuelson, Nobel per l'economia del 1970, diceva che di fatto questa è la stessa situazione del 29, con poche differenze. E' preoccupante, significa che i segnali sono stati ignorati, che si è preferito chiudere gli occhi di fronte al fatto che importanti compagnie producevano guadagni dall'aria, e nessuno, nessuno si è fatto delle domande.
Stasera, Ferruccio De Bortoli, intervistato al TG2 diceva che forse è finita una fase, e che è finito il tempo in cui si credeva che il denaro da solo generasse denaro. C'è parecchia verità in quelle parole.
Ho un amico che sta perdendo il lavoro per quello che accade nel mercato adesso, e che in questo momento non ha prospettive per la professionalità che ha conquistato in anni di lavoro. E questo mi fa piangere il cuore.
A questa situazione mi sembra che i governi non siano preparati ad intervenire, le banche stanno infilando soldi nei mercati per tenerli su, ma non mi sembra che ci sia nessun intervento organizzato (è notizia di oggi che Sarkozy, presidente di turno della comunità europea, sospenderà per un attimo l'adorazione di Carla Bruni, per sollecitare una riunione fra i ministri dell'economia dei paesi membri e risolvere la soluzione..... di nuovo i buoi sono fuori a brucare nei prati!).
Perchè contingenze di questo genere non vengono previste, quando lo studio dell'economia è divenuta una scienza talmente raffinata da prevederle? Improvvisamente il mio materasso sta raggiungendo inusitati livelli di appeal come cassaforte!
Alla prossima
Rampa
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