mercoledì 20 agosto 2008

Invidia del pene?

Audio Consigliato: The Clash "Rock the casbah!"

Siccome ogni tanto mi dicono che sono di parte (ed è vero sono della mia parte!) e mi dicono che leggo solo cose di sinistra, allora mi sforzo e mi metto a leggere anche cose scritte da persone che non la pensano come me.
Oggi capito su www.ilgiornale.it e leggo questo articolo di Stefano Filippi, innanzitutto mi sembra piuttosto carico di livore. Poi entriamo un po' nel dettaglio.

E' notizia di questi giorni che all'interno del movimento No Cav (che è piuttosto diverso da quello dei girotondini ma l'autore dell'articolo preferisce farne tutto un minestrone) è in atto una discussione sul fatto se sia il caso o no di presentarsi con una lista alle prossime elezioni Europee.

La tesi del Filippi è che il fatto che i movimenti abbiano fatto una critica a volte un po' cieca e miope della politica ed adesso vogliano entrare nella politica è di per se un controsenso.

Non sono d'accordo, per due motivi: il primo, la vita democratica si nutre delle regole della politica (le leggi si fanno nelle Camere, non in "Porta a Porta", attraverso confronto e non diktat) ed il fatto di passare dalla protesta ad ogni costo (piazza Navona il mese scorso) ad una azione all'interno dei binari della politica dovrebbe essere visto da tutti come un passo in avanti (il fatto poi che si faccia un partito non implica da nessuna parte che si venga eletti, questo è chiaro); il secondo, se il movimento No-Cav o altro pensa di avere delle istanze da proporre, delle idee che rappresentano una parte cospicua della società, l'agone politica è il posto migliore dove proporle.
Poi possiamo discutere su come questa cosa impatti sull'attuale schieramento di centro-sinistra e poi su quello di centro-destra, ma queste sono considerazioni di un'altro tipo.

Ma non erano gli antipolitici? dice il Filippi! Certo lo erano ma a tutti prima o poi capita di crescere. Come tutti i movimenti di pancia bisognerà vedere quale sentimento questi proveranno a cavalcare sapendo che la linea che separa "l'eroe eletto a furor di popolo" e "quello che è stato cambiato dalla politica" è molto piccola e molto poco distinguibile.

Alla prossima
Rampa

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