mercoledì 30 luglio 2008

Il volo dell'uccello

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Leggo oggi che il Consiglio di Stato ha dato l'ok all'ampliamento della Base Aerea presso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza, ha di fatto smentito una risoluzione del Tar del Veneto che si era pronunciato contro l'ampliamento.
A seguire proteste. Da ormai quattro anni sulla cosa lavora il movimento "No Dal Molin" un coacervo di forze che vanno dai forum sociali ai centri sociali della sinistra "più a sinistra" ma anche ad associazioni pacifiste ("Emergency") ed umanitarie.

La situazione è stata cavalcata come protesta agli ultimi tre governi (Berlusconi-Prodi-Berlusconi), in maniera qualche volta demagogica qualche volta semplicemente ideologica.

Tutto parte dal fatto che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti, vincitori si sono trovati nella situazione di poter militarizzare l'Europa, quindi basi in Germania, Italia, Turchia in posizioni strategiche per opporre una resistenza all'ipotetica ondata rossa in partenza dalla Russia.

Per fortuna ad ormai 60 anni di distanza la situazione è cambiata, considerevolmente, ed adesso l'ampliamento alla Dal Molin risponde alla logica di creare una piattaforma di lancio per un eventuale attacco nel Medio Oriente. Il problema non sta lì, il problema sta nel fatto che le basi sono delle entità straniere nascoste all'interno della città.
Le Forze Armate Americane hanno sempre fatto del loro meglio per rendere le loro basi delle entità autosufficienti, riducendo i contatti interno esterno al minimo (gli alloggi sono al'interno delle basi così come i negozi così come i supermercati). Il tutto condito da un certo senso di superiorità con cui viene trattata la popolazione italiana circostante (qualcuno si ricorda del Cermis?).
Allora la domanda è: perchè l'Europa non si è ancora fatta avanti con il governo americano per riscrivere le regole delle forze dislocate nei propri territori (nulla di particolamente stringente, in questo periodo ci basterebbe pagassero l'Ici e le utenze, e rispondessero civilmente e penalmente dei danni che fanno) in modo che gli ospiti si comportino un po' meglio in casa nostra?
Sono convinto che questa (assieme ad altre politiche militari comunitarie) dovrebbe essere la piena competenza della Comunità Europea a dirigere le questione. Ma noi siamo ancora indietro su questo: non abbiamo ancora ratificato la Costituzione Europea, non abbiamo ancora passato una buona dose di poteri all'Europa che dovrebbe gestirli al meglio.
Abbiamo l'Euro, ma malgrado sia una bellissima cosa, non so ancora se sia abbastanza....

Alla prossima
Rampa

2 commenti:

Enrico Rampazzo ha detto...

L'unione europea non ha competenze nel settore militare, men che meno la comunità europea, che si occupa di questioni importanti, ma non di difesa.

Oddio, dai tempi di Maastricht è stata introdotto un embrione di politica estera e di sicurezza comune, che si è man mano evoluta, ma rimane il fatto che si tratta di un settore intergovernativo => decidono i governi => in linea di massima serve l'unanimità per fare qualsiasi cosa.

Inoltre, le ultime crisi internazionali, hanno dimostrato che una posizione comune europea non esiste (cfr. Iraq, indipendenza Kossovo). Tutto questo per dire che è utopico ritenere che l'unione europea potrebbe occuparsi di queste cose: mancano le competenze e, soprattutto, la volontà politica. Ciò che a me da fastidio, nel caso dal molin, è il mancato rispetto delle competenze. La politica estera di questo tipo spetta al governo centrale, non al Comune. La democrazia, la volontà popolare in questo caso, non c'entra. Il controllo popolare sulla politica estera, ammesso che esista, c'è solo in via indiretta. I cortei del no dal molin dovrebbero essere a Roma. E' la farnesina che può rescindere gli accordi che permettono di installare basi in Italia. Bloccare i lavori ci fa fare solo una brutta figura allo Stato.

Dulcis in fundo: La costituzione europea è morta (Grazie Francia: dopo la Comunità Europea di Difesa, un'altra bella cosa che sostieni e poi affossi. Tanti saluti a Sarko). Il trattato di Lisbona è morto perchè una frazione infinitesima di popolazione europea che non solo non l'ha letto, ma neanche si è informata attraverso fonti secondarie, ha votato contro, denunciando una presunta mancanza di democraticità, che proprio il trattato avrebbe aiutato a mitigare. Avrebbe anche permesso di potenziare un progetto di difesa europeo, ma si sa, il Popolo (qualsiasi cosa sia) ha sempre ragione.

Rampa ha detto...

Grazie innanzitutto per la risposta.
Poi si è vero la situazione è questa, in questo momento e chissà ancora per quanto l'Europa è una scatola tristemente e sconsolatamente vuota.
Ma secondo me prima o poi, bisognerà arrivare ad una qualche forma di governo condiviso per la gestione della difesa.

Rampa

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