lunedì 7 maggio 2012

Domande sensate....

Audio Consigliato: Luca Barbarossa "Yuppies"

Hanno fatto fuori Sarkò, ed anche quel greco di cui non ho capito mai bene il nome. A che prezzo?
Quello della Francia sembra accettabile: una gauche con un programma da gauche che bisognerebbe leggere capire. Mi sembra un pochino più pesante il prezzo che pagheranno i greci (stamattina girava la conferenza stampa sull'Internet e, sinceramente una Forza Nuova al 19% non mi sembra questa gran spinta verso il futuro, ma magari sono io quello strano).

In tutto questo, l'Italia? Il finale di battuta sarebbe "Non pervenuta", il problema è che non è una battuta e non fa nemmeno ridere tanto.
Mi sembra che la classe politica tutta non abbia capito un beneamato cazzo della funzione di un "governo tecnico". Quindi facciamo un ripassino ad uso e consumo dei nostri politici.

Perché c'è bisogno di un governo tecnico?
Semplice, un governo tecnico è un governo non legato ai partiti chiamato a servire le funzioni dello stato quando: a) il livello della merda è arrivato poco sotto il mento, b) quando il governo in carica non è in grado di mettere in campo una qualsiasi iniziativa politica per governare il paese, c) quando a e b avvengono contemporaneamente. Nel caso dell'Italia eravamo in caso c, ma non è molto rilevante.

Cosa dovrebbe fare un governo tecnico?
Un governo tecnico, svincolato dalla necessità di "spompinare l'elettorato" (scusate è un termine tecnico!) alla caccia di una rielezione dovrebbe lavorare per il bene del Paese (attenzione, in teoria, per il Bene del Paese dovrebbero lavorare i governi eletti, ma pare che la cosa non si usi più), mettendo in campo delle riforme anche strutturali che dovrebbero portare il paese nel futuro.

Cosa dovrebbe fare la classe politica nel frattempo?
Beh, ammettendo la propria incompetenza, dovrebbero tutti, in maniera indistinta, "sciacquarsi dalle palle" (altro termine tecnico!) ed almeno non mettere i bastoni fra le ruote, che danni ne hanno fatti pure troppi!

Cosa fa la classe politica nel frattempo, invece?
In una strategia lungimirante e innovativa, tenta di accattivarsi i futuri voti degli Italiani, costruendo barricate e difese sul proprio stipendio e sulla rete di privilegi che in questi anni hanno costruito intorno a se. Dovrebbero decidere di rifare la legge elettorale (che non piace nemmeno a quelli che l'hanno fatta!), ma pare che siano tutti bloccati in grandi tornei di scopa, briscola e "seghe a due mani" (antico gioco Masai!).

E quindi?
E quindi parliamo dell'antipolitica, cioè del fatto che al prossimo giro bisognerebbe non votarli oppure votare un comico populista a caso, che invece dei politici di professione sarebbe il caso di mandare a Roma un insegnante dell'asilo che lui si che ne sa, e che sicuramente lavorerà per il bene della sua città.

In definitiva?
In definitiva, un qualsiasi politico (perché, mi spiace dirlo a tutti quelli che non ci credono, questo è il lavoro di un politico) con un pezzo di testa sul collo, dovrebbe cominciare a proporre delle cose e portarle avanti perché sono quasi convinto che i partiti più rappresentativi (sia di destra che di sinistra) si piglieranno una musata di dimensioni apocalittiche. Quindi un passo indietro e cominciare dalle basi. Piano e con calmina che qui si hanno le mani che prudono.

E dei finanziamenti?
Ecco questa è la cosa peggiore/migliore che poteva capitare a questi politici. Peggiore perché è stato un  chiaro segnale della nudità del re. Quando un tizio riesce ad intascarsi decine di milioni di euro senza che nessuno ne senta la mancanza, vuol dire che il livello per cui "il finanziamento serve per garantire la democrazia" è proprio stato sorpassato alla grande. Mi riprometto di tornarci.

E della laurea del Trota?
Quella non è politica, è avanspettacolo.


Alla prossima
Rampa

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