giovedì 18 febbraio 2010

Nel frattempo, aldilà della manica....

Audio Consigliato: The Wings "Live and let die"

La notizia di questi giorni, che in Italia è passata un po' sottotraccia (visto che siamo tutti occupati da Sanremo, dalla Protezione Civile, e dal gol in fuorigioco subito ieri sera dalla Fiorentina), è che uno degli anchor più famosi della BBC, Ray Gosling, durante un programma sull'eutanasia, ha ammesso di aver ucciso un suo compagno, malato terminale di AIDS, premendogli un cuscino sulla faccia.
tralasciando pure la cruda descrizione della morte di quest'uomo, questa confessione ha nuovamente portato alla ribalta il concetto di eutanasia (in Inghilterra lo chiamano "mercy killing", omicidio di misericordia) e del fatto che questa viene praticata nonostante le leggi e nonostante le battaglie di chi questa pratica la combatte.
"Avevamo questo accordo", ha detto Gosling alla Bbc, "che se le cose si fossero messe male io avrei posto fine alla sua vita. Ed è quello che ho fatto: i medici avevano detto che non c'era più niente da fare e lui soffriva in modo terribile. Ho preso il suo cuscino e gliel'ho premuto sulla faccia fino a quando non è morto".
Dopo che la confessione è andata in onda, Gosling è stato arrestato dalla polizia ed interrogato sulle circostanze (nomi, fatti, periodi). Nel giro di un giorno è stato liberato su cauzione.
Che dire?
La prima cosa che mi è tornata in mente è stata una notazione di Roberto Saviano riguardo al caso di Eluana Englaro. Lo scrittore diceva che probabilmente Beppino Englaro, il padre di Eluana, avrebbe potuto allungare qualche centinaio di euro ad un infermiere, ad un medico, per farli guardare da un'altra parte, e tutta la storia sarebbe forse finita lì. Eppure non lo ha fatto, ha vissuto nella maniera più lunga e dolorosa possibile il dramma di un padre che sopravvive ad una figlia.
L'altra cosa che mi è venuta in mente è la disponibilità della nostra vita, (Codice Civile, Libro Primo, Titolo 1, articolo 5: Art. 5 Atti di disposizione del proprio corpo "Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume."), e quanto questa sia regolamentata da leggi che sono alla base del vivere civile.

Tutto questo mi ha portato a pensare alla legislazione sul "fine-vita" e sulla necessità che si trovi una via di mezzo fra le posizioni, e crei ad hoc uno strumento burocratico e legislativo che consenta a me (o ai miei cari) di decidere come terminare la mia esistenza.

Questo senza scatenare un "far west" (che all'epoca era una espressione cara al Min. Prestigiacomo!), ma facendo ordine una volta e per tutte. Eppure, l'anno scorso, di questi tempi sembrava che una legge fosse pronta in quattro e quattrotto, mentre adesso nessuno ne parla e nessuno dice nulla.
Ah, già c'è Sanremo....
O forse, sarà che in Italia ci stiamo abituando ad una legislazione di "emergenza" che risolve i problemi più caldi e più sentiti.
Ma sono i problemi a chiedere le leggi, o le leggi a far risaltare i problemi? Bella domanda, vero? Magari ci torno....

Alla prossima
Rampa

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