martedì 3 novembre 2009

Percezioni

Audio Consigliato: Joan Osborne "One of us"

E' di oggi la pronuncia della Corte di Strasburgo che sostiene che la presenza dei crocefissi nelle aule delle scuole italiane "è una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni".

A seguire tutto il bailamme della politica italiana.
Sta arrivando la sera e si tirano un po' le somme di questa giornata in cui, a dispetto di tutti gli altri problemi (disoccupazione, crisi, crollo dei consumi), sembra che questa questione sia di imprescindibile importanza!
Due parole: oggi a pranzo vedo la Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini dire: "la presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione".
Ora, Ministro, penso di non esprimere un punto di vista particolarmente anti cattolico, quando dico che, sicuramente la croce rappresenta la religione più diffusa nel nostro paese, ma se vogliamo rappresentare la nostra tradizione allora sarebbe meglio la bandiera della Repubblica Italiana, oppure ancora la Carta Costituzionale, oppure ancora la foto del Presidente della Repubblica Italiana. E non mi infilo nemmeno nella Resistenza che lì di simboli ne troviamo a chili.
Questa è la nostra tradizione, ministro. Mica altro. Non facciamo confusione.

La seconda questione: alle 18.03 l'Ansa lancia la notizia che l'Italia ha già presentato ricorso contro la decisione della Corte Europea. Quanta velocità! Se ne vedessimo la metà nella risoluzione dei problemi del paese, saremmo già a posto.

Ora, io vorrei che la mia posizione laicista non venisse presa per anti-cattolica. Io sono e rimango convinto che lo Stato e la Chiesa dovrebbero essere ben divise e ben staccate. La commistione di crocefissi nei pubblici uffici è sbagliata perchè svilisce sia la pratica religiosa, sia l'indipendenza dello Stato.

Alla prossima
Rampa

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