venerdì 18 settembre 2009

Libri. David Foster Wallace - Considera l'aragosta

Audio Consigliato: Soundgarden "Black Hole Sun"

A me capita così, di solito ho un libro "lungo" (diconsi 500/600 pagine) che staziona sul comodino ed un libro più snello che invece sta nello zaino e che mi porto in giro. L'attuale libro grosso titolare è "Infinite Jest" di DFW e lo snello è (adesso che l'ho finito diventa "era") "Considera L'aragosta" dello stesso autore.
Innanzitutto non è un libro ma bensì la raccolta di articoli scritti da DFW per svariate riviste (si va da Rolling Stone a Vanity Fair) sugli argomenti più disparati (si va dalla Premazione dell'Oscar per il Porno, alla Campagna per le Primarie di John McCain, ancora alla festa dell'Aragosta che si tiene ogni anno in Maine).
Lo stile è bello, fluido, interessante, in tutti i testi, la cosa caratteristica sono le note (ce ne sono dovunque, in un pezzo anche all'interno del testo, come una specie di ipertesto su carta). Parte delle storie e parte delle spiegazioni sono nelle note che sono corpose e che spesso e volentieri sono scritte con un tono diverso dall'articolo, come se David Foster Wallace fossi lì al vostro fianco e vi raccontasse tutto quello che nell'articolo non c'è ma che invece lui ha vissuto/visto/pensato mentre raccoglieva le informazioni che fanno parte dell'articolo stesso. Il tono è ironico e discretamente iconoclasta, con delle punte di comicità grottesca che raggiunge dei livelli inarrivabili (per esempio la descrizione dei produttori di film porno è da morire). Ma nel testo ci sono anche dei pezzi meravigliosi tipo (pag. 231):
(stiamo parlando della campagna di McCain e di come il fatto che la gente non voti di fatto favorisca i politici vecchi) Ma fermiamoci un secondo per un rapido annuncio di pubblica utilità a nome di "Rolling Stone". Dando per scontato che siate giovani elettori, vale di nuovo la pena di spendere qualche istante del vostro tempo prezioso per valutare le implicazioni delle due ultime affermazioni dei tecnici (che l'astensionismo favorisca lo status quo). Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati estabilishment dei due principali partiti, i quali, potete starne certi, stupidi non sono, ma anzi hanno una consapevolezza profonda di quanto gli convenga mantenervi in una condizione di disgusto e noia e cinismo, fornendovi ogni possibile motivazione psicologica perchè il giorno delle primarie ve ne stiate a casa a farvi i cilum guardando Mtv. Sia chiaro: avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.
Bello vero? Ed ancora a pag 253:
Ora vi chiedo di prestare assoluta attenzione a una cosa che lì per lì può sembrare ovvia. Tra un grande leader ed un grande piazzista esiste una differenza. Ci sono anche delle somiglianze, certo. Un grande piazzista di solito è carismatico e accativate, e spesso riesce a farci fare cose (comprare cose, approvare cose) che forse da soli non faremmo, e sentendoci nel giusto. Inoltre, molti piazzisti sono fondamentalmente persone rispettabili e sotto tanti aspetti ammirevoli. Ma un piazzista, anche un grandissimo piazzista, non è un leader. Questo perchè per un piazzista il movente ultimoe predominante è l'interesse personale: se compriamo quello che lui vende, il piazzista ci guadagna. Perciò, anche se il piazzista ha una personalità molto potente, carismatica e in grado di suscitare ammirazione, e magari riesce addirittura a convincerci che comprare è nel nostro interesse, tuttavia una piccola parte di noi sa sempre che in ultima sede ciò che il piazzista vuole è qualcosa per se stesso. E questa consapevolezza è dolorosa... anche se, certo, è un dolore piccolino, più simile ad una fitta, spesso inconscia. Ma se si è soggetti ai grandi piazzisti e alle strategie di vendita e alle teorie di marketing per lunghi periodi è solo questione di tempo prima che in noi si radichi la convinzione profonda che tutto sia questione di vendite e di marketing, e che ogni volta che qualcuno da l'impressione di interessarsi a noi o a qualche idea o a qualche causa nobile, quella persona sia un piazzista, a cui in fin dei conti di noi o delle cause non frega un accidente, ma che in realtà vuole qualcosa per se stesso.
Questo brano è non solo illuminante ma anche terribile perchè ci racconta che in realtà noi non votiamo più un'idea o una causa, la compriamo. Se ne possono trovare un sacco di queste perle in "Considera l'Aragosta". Basta leggere.

Alla prossima
Rampa

I brani riportati vengono da "Considera l'Aragosta" di David Foster Wallace, Edizioni Einaudi.

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