mercoledì 27 maggio 2009

Il vento del deserto..../2

Audio Consigliato: Cheb Mami "Così celeste"

Un'altra cosa che mi ha colpito dell'Egitto è la sporcizia. Sono andato in parchi naturali, ho nuotato su scogliere coralline e non ho potuto fare a meno di notare la presenza di immondizia, sotto e sopra il livello del mare di fianco alle strade in cumuli tanto alti che i reportage di Napoli fanno ridere.

Eppure non c'è un clima irrespirabile, non ci sono miasmi che ti prendono alla gola, non si vedono topi delle dimensioni di dromedari sguazzare allegramente fra sacchetti e bidoni.
Pensandoci, è un problema di cultura. Noi europei abbiamo imparato (non adesso ma addirittura nel Medio Evo) che le immondizie lasciate a macerare nel nostro clima piovoso ed umido ci portano carestie e pestilenze, quindi le gestiamo.
In un ambiente in cui sono passati 7 anni dall'ultima pioggia con una media di 28 gradi quello non è il problema, le immondizie non marciscono, si seccano e la parte più fastidiosa del loro impatto ambientale (diciamocelo non le buttiamo al posto giusto per amore dell'ordine, le buttiamo via perchè sennò puzzano) se ne sparisce nel giro di un paio d'ore.

E' un peccato perchè le spiagge con le sigarette e le cicche non sono belle a vedersi. Il problema deve essere più profondo, difatti mi ha stupito anche l'enorme quantità di edifici iniziati e non finiti, scheletri circondati dal deserto, segno di lavori abbandonati. Certo il turista medio non vuole andare a vedere la città, viene lì per fare il subacqueo o per andare a fare snorkeling, ma quando, prima o poi, si decideranno che anche tutto quello che c'è intorno merita un po' di importanza, forse cominceranno a cambiare un po' le cose.

Alla prossima
Rampa

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