giovedì 26 febbraio 2009

Pessimismo e fastidio

Audio Consigliato: Deep Purple "Smoke on the water"

Sto meditando su come può essere andata fra Sarkozy e Berlusconi, vero è che ci ritroviamo con 4, diconsi quattro, centrali nucleari nuove di pacca (non voglio entrare in polemica con nessuno, ma se in Campania è successo quello che è successo con i rifiuti "normali" cosa diavolo succederà con i rifiuti "spiritosi"?). Parlando d'altro.... vogliamo parlare dello sciopero "virtuale"?

Mi ricordo che i "camalli" del Porto di Genova una volta avevano due tariffe: una con il "mugugno" una senza il "mugugno". Cioè se volevi pagare meno potevi assumere il tizio e sopportare otto ore di lamentele ("ma quanto pesa, questo masso, uffa quanto pesa, ma sai quanto pesa, pensa stasera la schiena, pensa le braccia, mi sa che poi domani non vengo, mi sa che domani me ne rimango a letto, con la schiena a pezzi..." così per otto ore), se volevi stare tranquillo, lo pagavi di più, ed ottenevi ore dello stesso lavoro ma in silenzio.
Che poi.... ma questa gente ha idea di come funziona lo sciopero? Lo sciopero non è (almeno non dovrebbe essere, ed in molti casi non lo è) un'occasione per fare il weekend lungo in montagna, o al mare.
Lo sciopero è una forma di protesta, che il lavoratore paga rimettendoci il corrispettivo delle ore di lavoro. Se la protesta provoca un disservizio, non è un effetto collaterale dello sciopero, è un effetto cercato, voluto, e pagato.
E', nel bene o nel male, un modo per segnalare che, per esempio, se i piloti decidono che sono maltrattati, incrociano le braccia e si fermano per fare capire che se i piloti decidono di fare altro, la situazione diventerebbe quella che proviamo noi utenti nelle ore di sciopero.

Imporre il silenzio su una protesta, secondo me, non è un bel gesto. Certo, come dice Fini oggi, c'è bisogno di una regolamentazione, ma esattamente come la storia delle centrali nucleari, la situazione dello sciopero selvaggio deriva da una scelta della politica.
Nessuno lo dice ma quando, anni fa, ci fu un referendum che cambiò le leggi in materia di rappresentanza sindacale, quindi, invece di avere nelle trattative come controparti le maggiori sigle, si permise di accedere alle trattative a tutte le sigle minori, disperdendo così un certo "potere di sintesi" che una contrattazione con meno soggetti poteva in un certo modo garantire.
Da lì in poi chiunque poteva andare in agitazione, dalla sigletta poco rappresentata a quella molto di nicchia.
E spesso le norme di autoregolamentazione dei sindacati (evitare le agitazioni nei periodi critici come Natale, Pasqua) sono state del tutto disattese.
Ma da qui a rendere lo sciopero "virtuale".... mi sembra un po' troppo. O no?
Mi sembra di nuovo quel curioso sistema per cui "per risolvere il problema delle scritte sui treni, potremmo chiudere la ferrovia."

Alla prossima
Rampa

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