lunedì 22 settembre 2008

L'orologio biologico

Audio Consigliato: Coldplay "Clocks"

Leggo oggi su D, la Repubblica delle Donne, un articolo di Barbara Placido (lo trovate in PDF per Acrobat Reader), sulla maternità. Si parte dal rilievo fatto da Nicolas Brewer, presidentessa della
commissione per le Pari opportunità del governo laburista di Gordon Brown, che "la maternità penalizza le donne". Poi, seguendo il mio personalissimo filo dei pensieri, sono tornato a quando facevo i corsi di formazione.
Erano dei corsi, finanziati dal Fondo Sociale Europeo, dove ti insegnavano le basi di qualche lavoro (magazziniere, tecnico informatico, assistente alla produzione) e poi alla fine del percorso formativo ti facevano fare uno stage in azienda e colloqui con le varie aziende del circondario.

Sicuramente quel corso, almeno per me, è stato un'esperienza basilare per entrare nel mondo del lavoro. Importante, formativo, specie per persone appena uscite dal ciclo degli studi che tanto ti insegna ma non insegnava (e non so se insegni tuttora!) ad entrare nel mondo del lavoro.
Una delle cose che mi ricordo è stato un colloquio che ho fatto con altri due compagni di corso presso una ditta di informatica, una delle due ragazze del corso era con me in quella occasione.
Il colloquio si svolgeva in due parti, una parte in comune e poi un colloquio a quattr'occhi con l'amministratore delegato di quella ditta.
Mi ricordo che questa ragazza, non mi viene in mente il suo nome e mi dispiace una vita, al ritorno mi disse che nel colloquio privato le aveva fatto delle domande sulla sua vita privata ("è fidanzata? è sposata?") e sul futuro ("vorrebbe avere dei figli?").
Allora come oggi la cosa mi fa incazzare fuori di misura.
Mi sembra quasi che si ritorni ai tempi della fabbrica (vi consiglio di guardare "Fabrica" di Ascanio Celestini, per capire di cosa sto parlando) della prima metà del secolo scorso in cui il padrone della Fabbrica era niente meno che il latifondista del secolo precedente con le scarpe meno sporche di guano di maiale.

Poi ci lamentiamo che la natalità sia vicina allo zero, che gli unici che fanno figli siano gli immigrati extracomunitari. Sono convinto che una civiltà si misuri anche in questo, anche nell'approccio alla maternità delle sue donne. Ed alla possibilità dei mariti di aiutarle nel mestiere più bello del mondo ma anche più difficile, quello delle madri.

Alla prossima
Rampa

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