mercoledì 25 giugno 2008

Le voci portate dal vento......

Audio Consigliato: Cole Porter "I've got you under my skin"

Ogni tanto mi stupiscono le notizie, sembrano esplodere ad orologeria, come se stessero aspettando il loro turno per tornare alla ribalta.

La settimana scorsa si è avuta notizia della riapertura del caso Ustica a cura del Giudice Priore. Una parte di me è convinta che questo sia un atto dovuto, una giusta richiesta di giustizia nei confronti di persone che 28 anni fa (proprio in questi giorni) hanno perso familiari, amici, colleghi (a questo proposito sarebbe bello che riproponessero in televisione lo spettacolo di Marco Paolini sull'argomento ma lo scollamento fra quello che si desidera e quello che avviene è sempre molto forte), una parte di me invece è convinta che un allungamento di un'inchiesta talmente sfilacciata e talmente involuta da non riuscire più chiaramente a distinguere il vero dal falso sia solo un rigirare il coltello nella piaga. In più la nostra (di italiani) incapacità di sapere cosa diavolo hanno fatto quella notte varie unità militari americane nei nostri cieli sottolinea il ruolo del tutto subalterno che storicamente abbiamo sempre tenuto nei confronti dei nostri alleati (per altre prove, il caso Cermis oppure il caso Calipari).

Poi la giostra mediatica è ripartita sul caso di Emanuela Orlandi: il fatto che siano arrivate sui giornali le farneticazioni di una presunta pentita che dice di averla portata da un sacerdote, averla vista distruggere dentro una betoniera a Torvaianica, e varie altre amenità sembra quanto di più artefatto si possa pensare (c'è un limite a quanto può spararle grosse un essere umano, non penso che sia carino ma qualcuno in quella sala interrogatori le avrà detto "Ma per piacere.....").
Eppure pagine e pagine su sta cosa, a parlare di Marcinkus dello Ior di Calvi etc.......
Anche in questo caso una parte di me vorrebbe che la madre di quella ragazza trovasse una chiusura a questa triste vicenda, l'altra parte di me è purtroppo convinta che la verità sia stata piegata così tante volte da non essere più in grado di ritrovare la forma originale.
Mi rendo conto che è ingiusto che ci sono delle vittime (non tanto i morti ma più che altro i vivi) che continuano a chiedere giustizia ma mi chiedo quale giustizia ci possa essere nell'ennesima realtà di comodo fabbricata in assenza di altro.
A questo proposito può essere utile leggere questo articolo di Giancarlo De Cataldo su Repubblica di oggi.

Alla prossima
Rampa

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